In modo ufficioso la notizia circolava ormai da giorni: la piscina comunale Poseidone non riaprirà. Né ora né si sa quando. Dai sopralluoghi effettuati dai tecnici comunali quando le chiavi sono state restituite dal Comune alla Kerres, la cooperativa che l’ha gestita fino al 30 marzo per conto dell’ati Afrodite, sono emersi problemi nella struttura che potrebbero mettere a rischio l’incolumità degli utenti e per i quali sono necessari interventi risolutivi.
Una delusione per le centinaia di persone, tra cui soprattutto bambini, che in questi due anni hanno usufruito di quella struttura tanto attesa e inaugurata appena due anni fa. Eppure fin dai primi mesi dello scorso anno, e quindi poco dopo l’apertura, erano state tante le segnalazioni, anche da parte della stessa cooperativa Kerres che aveva scritto al Comune, tra cui quelle riguardanti le infiltrazione di acqua piovana e i problemi ai pannelli di copertura interni che hanno iniziato a macchiarsi.
«Per lo sviluppo di una comunità sono indispensabili due fattori, la chiarezza e la legalità. Purtroppo, ho constatato che anche nella vicenda della piscina “Poseidone” sono venuti meno questi due aspetti sia per come sono stati eseguiti i lavori sia per come poi l’impianto natatorio è stato gestito. Dalle attività di controllo eseguite e che ora stiamo completando, è emerso chiaramente come i nostri figli nuotavano in un impianto non sicuro per una serie di criticità, su tutte la controsoffittatura impregnata d’acqua che poteva collassare da un momento all’altro e le perdite d’acqua dalle tubazioni in PVC con probabili infiltrazioni perfino nell’impianto elettrico», ha chiarito il sindaco Palumbo. «Siccome per noi la sicurezza e il rispetto della legge sono al primo posto – ha aggiunto – non avremmo potuto consentire ai nostri figli di continuare a frequentare un impianto pericoloso per la loro incolumità. Noi, però, l’ho detto e dimostrato più volte, siamo un’Amministrazione del popolo e per il popolo, per cui affronteremo anche questo problema così come ne abbiamo affrontati altri, per trovare una soluzione definitiva, e non momentanea, per una struttura sportiva che è davvero assurdo dover chiudere per mancanza di sicurezza dopo nemmeno due anni dall’inaugurazione».
Il primo cittadino ha precisato che «in soli quattro giorni abbiamo ultimato le operazioni di acquisto dalla precedente gestione delle attrezzature e dei beni di arredo alla piscina comunale, guadagnando così almeno tre o quattro mesi di procedure amministrative per gare ed affidamenti per l’acquisto degli stessi beni, nuovi. Diversamente avremmo riaperto a settembre . È questo un segnale reale e chiaro delle intenzioni dell’Amministrazione comunale di assicurare ai cittadini l’ apertura della piscina in brevissimo tempo».
In questa fase, inoltre, gli ottimi rapporti con l’Amministrazione comunale di Giungano, ci hanno consentito, in tempo record, di raggiungere un altro importante risultato: sino alla riapertura della piscina comunale di Capaccio Paestum, gli abbonati dell’impianto potranno utilizzare la piscina di Giungano, pagando semplicemente il costo dell’assicurazione pari a 13,50€»
La chiusura della piscina è avvenuta a fine marzo, quando la Kerres ha dovuto restituire le chiavi al Comune dopo che prima il Tar, poi il Consiglio di Stato, avevano dato ragione all’ente che aveva revocato la gestione della piscina per «inadempienze contrattuali». La chiusura doveva essere temporanea, per il tempo necessario ad attrezzare la piscina e riorganizzare il personale. Invece, alla luce delle problematiche emerse, resterà chiusa a tempo indeterminato.