Aree Parco fuori dal Piano Zes: “Escluderle significa abbandonare il territorio”

Politici, amministratori, cittadini e imprenditori pronti alla mobilitazione

Di Redazione Infocilento

VALLO DELLA LUCANIA. L’Ente Parco, i sindaci, gli amministratori, i politici, gli imprenditori e l’insieme della società civile in questi giorni si stanno mobilitando per farsi promotori verso la Regione Campania, affinchè i territori del Cilento e Vallo di Diano rientrino nel Piano Strategico delle Zes, per dare al Cilento e al Vallo di Diano un’occasione irripetibile e unica verso lo sviluppo sostenibile.

L’Ente Parco, con il presidente Tommaso Pellegrino, sta lavorando ad un’apposita delibera. Tra i primi a sollevare nei giorni scorsi la delicata questione è stata Maria Gabriella Natale, esperta naturalista in gestione e valorizzazione della fascia costiera. «Far rientrare la microregione cilentana e diana nelle Zes – ribadisce – significa collocare i programmi che ne derivano nel quadro dell’urbanistica avanzata e moderna. Lasciare fuori questi territori significa crearne l’abbandono. Per il sindaco di Castel Nuovo Cilento Eros Lamaida «escludere il Parco significa destinarlo alla desertificazione. L’esclusione rappresenta una scelta incomprensibile che destina l’area Parco alla desertificazione. Le piccole e medie imprese non potrebbero più competere sul mercato nazionale e globale».

L’esperta spiega i presupposti per i quali il Cilento e Diano dovrebbero essere inseriti nelle Zes. «Nel momento in cui si inserisce Battipaglia si possono prendere in considerazione tutte le aree correlate all’autostrada Salerno-Reggio Calabria che circoscrive Cilento e Vallo di Diano sino ad intersecare a sud la statale 18 che risale verso Battipaglia attraverso le aree interne del Cilento. Il rapporto infrastrutturale tra i territori del Cilento, Vallo di Diano e il Porto di Salerno sussiste ed è evidente il nesso economico funzionale come richiesto dal Regolamento di istituzione delle Zes».

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