Dalla Regione replicano: polemiche strumentali
«Il Piano di sviluppo strategico della Zona economica speciale (Zes) della Campania, non è completo, necessita ancora di essere tramutato in norma attuativa dal Governo, continua a dimenticare il Cilento, il Vallo di Diano, il Golfo di Policastro, gli Alburni e la città di Scafati» dichiara l’On. Gigi Casciello.
«Per l’istituzione delle Zes c’è stata una prima proposta preliminare sottoposta al Governo nel dicembre 2016, alla Campania erano stati assegnati 5.467 ettari dal Decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 26 febbraio scorso che ha regolamentato l’attuazione delle Zes a livello nazionale, la Giunta Regionale, nonostante i suoi toni trionfalistici e l’aver impiegato circa due anni per partorire il provvedimento, con il Piano di sviluppo ne ha coperti 5.154, lasciando fuori circa 300 ettari, ed in particolare una parte strategica della Provincia di Salerno» dichiara ancora il deputato di Forza Italia. «Ci chiediamo perché nel percorso di confronto e concertazione che la Regione Campania avrebbe dovuto attivare più puntualmente, nelle more dell’approvazione del Regolamento approvato dal DPCM 25 gennaio 2018, n.12, non siano stati interessati i sindaci e gli amministratori di questa area del salernitano. Perché sono stati dimenticati i Comuni, le organizzazioni sindacali e quelle delle imprese, con tutto il partenariato sociale ed economico dell’area del Cilento, Vallo di Diano, del Golfo di Policastro, degli Alburni e della città di Scafati. Non c’è stata alcuna condivisione delle linee strategiche da parte di questi Enti. Ci attiveremo ad ogni livello – continua ancora Casciello -, in sinergia con il Gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale della Campania e con il capogruppo On. Armando Cesario per chiedere alla Regione Campania e al Governo una verifica sull’attuazione del piano Zes e sulla sua delimitazione che esclude ingiustamente il Cilento, Vallo di Diano, il Golfo di Policastro, gli Alburni e la città di Scafati. Sarà interrogato l’attuale e il futuro Governo per capire quali saranno le azioni che si intendono intraprendere per correggere tale grave errore, considerato che a dispetto di quanto annunciato dalla Regione, occorre un successivo decreto del Presidente del Consiglio per istituire e finalmente rendere operativo tale piano».
«Pertanto – precisa l’On. Gigi Casciello – si ricorda che tale provvedimento non è completo, perché deve essere tramutato in norma attuativa ai fini dell’istituzione della Zes della Campania e del dispiegamento delle sue potenzialità. In questa fase interesseremo l’esecutivo perché l’operatività di questo strumento possa riguardare anche il Cilento, il Vallo di Diano, il Golfo di Policastro, gli Alburni e l’area di Scafati, così da consentire anche in queste zone investimenti. Senza dimenticare che solleciteremo l’applicazione di un serio controllo anche sul regolare svolgimento, a livello locale, delle attività funzionali all’attuazione del piano strategico, sulla sottoscrizione degli accordi finalizzati al riconoscimento dei benefici, purtroppo accordati finora, solo ad una parte del territorio della Campania». «A proposito dei presunti grandi difensori del territorio – conclude l’On. Casciello -, ci domandiamo cosa facesse e dove fosse il reintegrato capo della segreteria del presidente della Regione, l’ex Sindaco di Agropoli, quando veniva approvato questo provvedimento, era impegnato, forse, in fritture o a fare chiacchiere».
«Giungono richieste di alcune forze politiche – replica l’assessore alle Attività produttive Amedeo Lepore – sull’allargamento della “Zes” per la Campania ad alcune aree che non presentano affatto i requisiti di aree retroportuali e che non hanno alcuna connessione economico-funzionale, così come previsto dalla legge, con i porti di Napoli e di Salerno. Si tratta di pura strumentalità e mancanza di conoscenza della norma. Ricordiamo che la superficie della Zes della Campania ha una superficie massima di 5.486 ettari e che la superficie complessiva della Campania è ben di 1.359.500 ettari. Per le aree che dovessero presentare caratteristiche utili all’inserimento nella Zes anche in una fase successiva, abbiamo riservato oltre 300 ettari. Ora ci sembra fondamentale, anziché deviare l’attenzione e procrastinare la istituzione della Zes, chiedere al Governo di adottare finalmente, per le uniche due Regioni che hanno presentato il piano di sviluppo strategico, il dpcm di istituzione della Zes».