Agropoli, omicidio di Marco Borrelli: condannato Mrabet Nezar

Il giovane italo-tunisino aveva confessato l'assassinio

Di Redazione Infocilento

Il giovane italo-tunisino aveva confessato l’assassinio

E’ stato condannato a 30 anni Mrabet Nezar, 26enne italo tunisino, reo confesso dell’omicidio di Marco Borrelli. Il giovane, difeso dall’avvocato Antonio Mondelli, è comparso questa mattina dinanzi ai giudici Tribunale di Vallo della Lucania. E’ stato giudicato con il rito abbreviato: il Pm Itri aveva chiesto per lui il massimo della pena, il giudice Lombardi ha accolto in toto la richiesta, tenendo conto anche dei precedenti e riconoscendo l’omicidio preterintenzionale.

A costituirsi parte civile nel procedimento i familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Franco e Damiano Cardiello.

L’omicidio di Marco Borrelli avvenne il 6 aprile dello scorso anno. La dinamica del fatto apparve subito chiara: il movente era passionale. Mrabet Nezar, infatti, non aveva accettato la separazione dalla sua ex, né che la donna avesse una relazione con il 20enne. I due giovani, parlando, iniziarono a camminare, imboccando la strada parallela al lungomare San Marco. Il ventenne di Agropoli non avrebbe mai immaginato ciò che, di lì a poco, sarebbe accaduto.

Nei pressi del parco ”Le Ginestre” si consumò l’efferato delitto: il 25enne italo tunisino tirò fuori un coltello e colpì Borrelli con un fendente al collo. I familiari, non vedendolo tornare a casa, fecero scattare l’allarme, preoccupati da alcuni messaggi  inviati dal cellulare di Marco che, nonostante le telefonate, continuò a risultare non raggiungibile. Si seppe, grazie alle indagini, che, dopo averlo spento, Nezar lo aveva gettato in un cestino sul lungomare, dove venne, poi, ritrovato dai carabinieri.

I carabinieri della Compagnia di Agropoli, diretti dal capitano Francesco Manna, incastrarono ed arrestarono l’assassino dopo poche ore. Inizialmente tentò di sviare le indagini fornendo più versioni dell’accaduto: poi il crollo davanti alle bugie e la confessione.

In aula presenti anche mamma, padre e uno dei fratelli della vittima.

Il prossimo 6 aprile, ad un anno dalla tragedia, la famiglia di Marco ha organizzato una fiaccolata per ricordare il giovane.

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