Agropoli: contributi d’iscrizione agli alunni del liceo, è polemica

Nasce un comitato di genitori

Di Ernesto Rocco

Nasce un comitato di genitori

AGROPOLI. La crisi economica non ha colpito soltanto le famiglie ma anche le scuole. Spesso i fondi che arrivano dagli enti sovra comunali non bastano per far fronte a tutte le esigenze degli studenti e del personale scolastico e così da alcuni anni c’è chi ha introdotto un contributo volontario. Si tratta di un versamento chiesto ai genitori che viene incassato direttamente dall’istituto per finanziare l’ampliamento dell’offerta culturale e formativa.

Questa sorta di balzello è stato introdotto da cinque anni anche presso il liceo «Alfonso Gatto» di Agropoli. Le modalità con cui viene richiesto, però, hanno determinato l’ira dei genitori secondo i quali il contributo sarebbe tutt’altro che volontario.

«Ad alcuni alunni – ha spiegato il papà di uno studente – è stato detto che non avrebbero potuto partecipare alla gita se non fosse stato pagato il contributo d’iscrizione pari a 50 euro». Con queste modalità di richiesta, dunque, la volontarietà del contributo verrebbe meno. «Non siamo contro il contributo a priori – spiegano dal comitato – tuttavia vorremmo che i soldi siano chiesti con le giuste modalità altrimenti si rischia di cadere in un ricatto».

Qualcuno ha raccontato anche che nelle classi girano elenchi che sarebbero prodotti dalla scuola con i nomi di chi ha pagato e di chi invece è moroso e non sarebbero pochi gli alunni in difficoltà. Qualche genitore è pronto pure a rivolgersi alle associazioni di categoria per far luce sul caso ma dall’istituto ribattono come i finanziamenti per il funzionamento della scuola erogati dallo Stato e dagli enti locali sono risicati e per poter garantire servizi (dall’assicurazione per gli studenti all’offerta formativa, dall’acquisto di beni di consumo ai viaggi d’istruzione) è necessario richiedere questi contributi.

I versamenti in questione non sono vietati dalla legge che prevede anche detrazioni fiscali, ma dovrebbero essere assolutamente volontari, anche in ossequio al principio di obbligatorietà e gratuità dell’istruzione. Ed è proprio su questo che i genitori contestano il comportamento dell’istituto.

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