L’iniziativa in occasione della Festa delle Donne
Festa delle Donne dedicata alla tragedia delle Strambaie ieri pomeriggio, 8 marzo, a Marina di Camerota. La giornata, organizzata dal gruppo ‘Le Strambaie’ e dall’Assessore alla Cultura del Comune di Camerota, Teresa Esposito, ha visto la partecipazione, tra gli altri, di due donne del posto che il primo giugno del 1867 hanno perso dei parenti dell’incidente che vide coinvolte 12 persone al largo della Cala del Marcellino.
La storia
Il primo giugno 1867 venti strambaie di Marina di Camerota erano su una piccola imbarcazione nei pressi della Cala del Marcellino, tra Infreschi e la Masseta, dirette verso casa. Le strambaie erano donne che raccoglievano l’erba spartea e la lavoravano trasformandola in funi. Quel giorno ne raccolsero talmente tanta che il piccolo gozzo non riuscì a contenerla, inabissandosi nelle acque del luogo, ora famosa località turistica. Metà di quell’equipaggio non riuscì a tornare più a casa: 12 stramabie e due giovani marinai persero la vita.
L’intervento
«Vorrei fare un grande applauso a tutte le donne perchè oggi è la loro festa» ha sottolineato il sindaco di Camerota, Mario Salvatore Scarpitta, nel suo intervento. «Ricordare a distanza di più di 150 anni delle giovane donne, delle mamme, delle mogli, delle sorelle, delle nonne che perirono in quella triste giornata, è il vero segnale che il popolo di Camerota vuole tenere vivo questo ricordo» ha detto il primo cittadino.
Toccanti gli interventi delle due donne che hanno raccontato le testimonianze tramandate dai testimoni oculari. Orazio Rucco ha letto alcuni passi del libro di Enrico Gandolfini. Poi la parola è passata al professore Ultimio Talamo e al professore Vincenzo Abramo. Infine le storie e le poesie narrate dai bambini del laboratorio teatrale e dagli alunni delle scuole del Comune. Folta la partecipazione del popolo di Camerota. La lapide causa maltempo non è stata portato sullo scoglio a ridosso della Cala del Marcellino. Verrà posata lì il primo giugno, nel giorno dell’anniversario della tragedia.