E’ il primo estratto dall’album di prossima pubblicazione degli Enjoy the Void
«Nel “Gorgia” di Platone, Socrate dice che il piacere che si prova nel bere deriva dal dolore della sete. L’essenza del desiderio sta nella mancanza: ci alziamo dal letto, ci muoviamo, compiamo azioni perché siamo incompleti… Tutto quel che esiste si muove perché “desidera”, ossia ha una mancanza. Tale mancanza io la chiamo “Vuoto”. È grazie ad esso che desideriamo e quindi viviamo (se fossimo completi non faremmo nulla, non cercheremmo nulla, non proveremmo nulla). Perciò il Vuoto non va demonizzato o scacciato, bensì va amato e apprezzato. “Enjoy the Void” significa proprio questo».
Gli Enjoy the Void sono un progetto musicale neonato che ruota attorno alla figura del cantante e compositore calabrese Sergio Bertolino.
Diventati una band a tutti gli effetti dall’incontro del cantautore con i musicisti della BAM! di Sapri, gli Enjoy the Void hanno da poco terminato le registrazioni di un primo album omonimo, registrato presso gli studi della BAM! da Giovanni Caruso.
«L’album è nato fra Torino e Manchester: ho arrangiato quasi tutto da solo, ma i brani erano ancora da sviluppare. Tornato in Italia sono andato a trovare un amico a Sapri (Tony, con cui già avevo suonato a Torino). Lui mi ha introdotto alla BAM! Ho fatto ascoltare le mie canzoni e sono piaciute. Da lì l’idea di registrare l’album. All’inizio i membri attuali della band dovevano solo aiutarmi a registrare il disco, ma il progetto ha coinvolto tutti, ben più di quanto mi aspettassi. Si è creato entusiasmo e ne ero felice. Da lì l’idea di formare una band. È stato bello, è nato tutto in maniera fluida e spontanea. Con Tony Guerrieri, il bassista, ci conosciamo e suoniamo da 10 anni. Gli altri li conosco da circa 4 anni, ma ormai il rapporto è tale che li considero veri amici. Il batterista è Francesco Magaldi, i due chitarristi sono Domenico Anastasio e Giuseppe Bruno, e poi c’è Giovanni Caruso, il fonico, che si è occupato delle registrazioni dell’album, membro a tutti gli effetti degli Enjoy the Void, elemento fondamentale per il nostro sound, in grado di creare le atmosfere che ci servono. Sono tutti di Sapri, tranne me, che vengo da Reggio Calabria».
Come primo estratto (che va ad anticipare l’uscita dell’album) è stata scelta “Our garden”, una ballad rock dai toni malinconici.
«L’album è molto variegato. Ogni canzone è un mondo a sé (sia in senso musicale che testuale), ha una propria atmosfera e un arrangiamento che si adatta al contenuto, per cui non è stata per niente una scelta facile. La cosa che più c’interessava era che il primo singolo piacesse a quante più persone possibile, così abbiamo girato le 5, 6 canzoni che ci sembravano più adatte a molte persone e la maggioranza ha consigliato “Our Garden”. “Our garden” è nata a Torino, nel periodo in cui vivevo lì. In quel periodo ero innamorato di una ragazza. Non lo ero mai stato prima, né avevo mai scritto una canzone d’amore. L’ho scritta per lei: avevo voglia di misurarmi con una “ballata amorosa”. Parla di quella fase in cui l’amore è tutto e il resto non conta. È la fase idealizzante dell’amore, dove la realtà è quasi messa da parte e si vive in un universo parallelo dove ci siete solo tu e lei, e va bene così, fanculo agli altri, fanculo al resto. Per quanto sia nato da una situazione realmente vissuta, parla dell’amore in senso generale, oserei dire “universale”, un discorso che può valere per tutti, che tutti abbiamo attraversato quando c’è capitato di innamorarci. Parla dell’idea secondo cui l’amore, in senso ampio, è l’unica cosa per cui valga la pena di lottare, vivere e morire».
Prodotto da Bam Factory, il videoclip, presentato in anteprima esclusiva sulle pagine di SentireAscoltare, è scritto e diretto da Pasquale Dipino mentre le riprese e il montaggio sono affidate a Gianfranco Mandola e vede come protagonisti Gemma Conforti e Giovanni Caruso.
«Il videoclip è nato dall’idea di non voler fare il classico video in cui la band “finge” di suonare. Per questo abbiamo pensato a un “corto musicale”, una storia che raccontasse l’atmosfera e il contenuto del pezzo, senza strumenti, senza i membri della band. L’idea di base del video è di un mio amico, Pasquale Dipino, grande appassionato di cinema. Lui ha scritto lo storyboard e diretto il video, mentre le riprese e il montaggio sono di Gianfranco Mandola. Pasquale ha sempre notato un velo di malinconia nel pezzo e ha voluto giocare con il concetto di “amore ideale” e di “proiezione mentale” creando una storia in cui quello che accade non è reale ma succede solo nella mente del protagonista: rispecchia perfettamente l’atmosfera del brano, per quanto sviluppi un racconto a parte».