Castellabate: campagna elettorale nel mirino della minoranza

Il gruppo di minoranza " SiAmo Castellabate" insorge: " Il Sindaco dovrebbe dimostrare maggiore onestà intellettuale"

Di Antonella Capozzoli

Il gruppo di minoranza ” SiAmo Castellabate” insorge: ” Il Sindaco dovrebbe dimostrare maggiore onestà intellettuale”

E’ iniziata da pochi giorni la campagna elettorale che vede protagonista il Sindaco di Castellabate, Costabile Spinelli – candidato al Senato della Repubblica nel collegio uninominale ” Battipaglia” – e, con essa, si sono riaccesi, irrimediabilmente, i contrasti con la minoranza, rappresentata dal gruppo ” SiAmo Castellabate”.

” Finora” si legge sulla loro pagina social, “non avevamo commentato nessuna notizia inerente la campagna elettorale del Sindaco, ma quando si portano come esempio di risoluzione di problemi nazionali le azioni amministrative comunali, è d’obbligo, quantomeno, fare chiarezza. ”

” Per ridurre l’esodo dei giovani della Campania, ” scrivono, ”  il Sindaco sbandiera di aver proposto l’assunzione 6 vigili urbani e di aver dato nuovi posti di lavoro nella nettezza urbana e nella gestione dei parcheggi. Innanzitutto, il Sindaco dovrebbe avere l’onestà intellettuale di dire che la futura assunzione di 6 vigili precari è stata resa possibile[…] dal decreto Madia, prodotto da un governo PD e da una Ministra ora candidata con il PD.”

” Poi ” continua il gruppo, ” fossimo in lui non porteremmo come esempio le assunzioni della nettezza urbana, poiché in un intreccio sempre più oscuro di cooperative, gli operai si alternano per poche centinaia di euro, in una situazione di precarietà , ritardo e/o sottrazione dei pagamenti che certo non è auspicabile a livello regionale/nazionale. […]  e  parla, poi,  di ausiliari del traffico, una figura sempre esistente e valida per tre mesi.” 

Nessun motivo di vanto, dunque, anzi: secondo quanto affermato dalla minoranza, si tratterebbe di manovre, nel caso migliore, effetto di un decreto già esistente e, nel peggiore dei casi, poco chiare e fin troppo precarie, lontane dal concetto di stabilità e garanzia insito nell’ idea stessa di occupazione.

” Insomma “ concludono, ” se sono queste le misure per contrastare la disoccupazione a livello nazionale, non resta che fare il passaporto.” 

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