Antonio Vassallo: speriamo che qualcuno ci ascolti
“Conoscere la verità per credere nella giustizia”. Questo il testo dello striscione che ha aperto la marcia per Angelo Vassallo.
L’iniziativa, organizzata dalla fondazione che porta il nome del sindaco pescatore, presieduta dal fratello Dario, era organizzata perda chiedere che le indagini per l’omicidio avvenuto ormai sette anni e mezzo fa non vengano archiviate.
Quasi un migliaio le persone che hanno preso parte al corteo silenzioso partito dal porto di Acciaroli e giunto, dopo quasi un chilometro, fino a pochi metri dalla casa di Angelo Vassallo.
Di recente le indagini si sono fermate, avviate all’archiviazione, esaurita la proroga concessa dal presidente della commissione anti mafia Rosi Bindi. Nessuna prova concreta è stata raccolta per poter aprire un processo e il caso Vassallo sembra destinato a restar un enigma.
Alla marcia, oltre al fratello Dario Vassallo, erano presenti tanti amministratori locali. Sindaci del Cilento, rappresentanti di Bologna, Peschici, Aielli, Napoli e tanti altri, la Provincia di Foggia, l’ex presidente della regione Bassolino, della provincia Andria, Antonio e Simone Vassallo, il deputato cinque stelle Tofalo e soprattutto tanti cittadini.
Assenti i vertici del PD e i rappresentati del comune di Agropoli. In disparte i familiari, la moglie Angelina e i figli. Uno di questi, Antonio, quando il corteo è giunto sul luogo del delitto, ha ringraziato tutti. “Non sappiamo se questa giornata servirà ma noi ci abbiamo provato – ha detto – Tanti amici sono venuti a salutare papà che ci è stato strappato e non sappiamo ancora da chi. Non possiamo andare avanti senza saperlo e speriamo che qualcuno ascolti queste parole e possa essere sensibilizzato a riaprire il caso”.
Il corteo si è concluso con la posa di una pianta di ulivo, simbolo di pace, sul luogo del delitto.