Facebook incontra il dg Asl Giordano
Una volta si scendeva nelle piazze e si protestava, ora questo ruolo è affidato ai social, almeno ad Agropoli. Qui, con colpevole ritardo, c’è chi si è accorto che il locale ospedale era tutt’altro che un pronto soccorso. Lo ha fatto alcune settimane fa, dopo l’ennesima morte sospetta, forse neanche la meno sospetta. Ma il mondo dei social, si sa, è quello del populismo, delle fake news, dei ‘mi piace’ e delle condivisioni facili e così i post di denuncia hanno prevalso sulla corretta informazione e sono divenuti virali. Forse è stato anche un bene perché si è alzata nuovamente l’attenzione sul nosocomio seppur con notevole lentezza considerato che qualcuno il grido d’allarme lo lanciava da tempo. E mentre Agropoli protesta sui social, Roccadaspide, mesi prima, era scesa in piazza e aveva smosso la politica per evitare il depotenziamento del suo presidio. Risultato? L’ospedale dell’area del Calore si salva, quello dei manifestanti da tastiera resta così com’è. E’ tutto scritto, non un’invenzione giornalistica.
Mentre i social agropolesi venivano invasi dagli appelli per la riapertura, infatti, la Regione Campania approvava il nuovo piano ospedaliero, accolto ovviamente tra le polemiche. Ma un diffuso malcontento, seppur in gran parte virtuale, non è certo auspicabile a poco più di un mese dalle elezioni.
“S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche” (se non hanno più pane che mangino delle brioche) disse Maria Antonietta di Francia durante la rivolta del popolo; “Date loro un incontro con l’Asl” potrebbe aver detto l’ex sindaco agropolese all’attuale primo cittadino Coppola. E così l’incontro è stato fissato. Questa mattina due rappresentanti del popolo social incontreranno il dg dell’Asl Salerno Antonio Giordano. Sarà una comparsata, a nostro avviso, in cui due rappresentanti del mondo Facebook agropolese saranno chiamati al ruolo di figuranti: del resto cosa può dire di più l’Azienda di quello che è scritto in un piano regionale? Può fare promesse, aprire scenari nuovi, descrivere con paroloni l’importanza del presidio agropolese. Di fatto resterà sempre il piano ospedaliero (studiato insieme alle Asl) che di certo non cambia ogni mese, né ogni anno. L’incontro servirà comunque per placare il malcontento, con i rappresentanti dei social che in questo caso un ruolo attivo lo avranno: quello di rendere virali i post trionfanti sul futuro dell’ospedale. Tutto ciò finché un’altra morte, più o meno sospetta, non riporterà l’attenzione sul caso.
Ma vogliamo considerare anche un’altra ipotesi, meno disfattista della precedente; chissà che Agropoli non smentisca Umberto Eco: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”, diceva il filosofo. Certo in un incontro importante come quello di oggi sarebbe stato più utile ascoltare anche chi dell’ospedale di Agropoli conosce storia, numeri e statistiche, ovvero i componenti del comitato. “Non sono stato invitato” è però il laconico commento del presidente Giovanni Basile. Ma mai dire mai… Eco potrebbe avere torto, i social ragione. Ma il popolo vuole davvero essere rappresentato dai social? Forse per la politica è più comodo così, ma per la città sarà lo stesso?