All’ospedale “San Luca” Tac rotta, donna rimpallata da un ospedale all’altro ma muore durante il tragitto
Arriva all’ospedale San Luca di Vallo della Lucania in fin di vita. Ha una grave emorragia cerebrale. La Tac è rotta. La donna, una 50enne di Omignano, viene portata all’ospedale di Battipaglia. Qui i sanitari ne dispongono il trasferimento al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno. L’odissea della sfortunata donna non finisce, perché da Salerno si decide di mandarla a Napoli. La donna non riesce ad arrivare al Cardarelli, muore durante il tragitto verso l’ospedale partenopeo.
Cinque ore di calvario per Barbara Di Matteo e la sua famiglia. Una tragica storia che ha spezzato per sempre la vita di una moglie e di una mamma di un ragazzo di diciassette anni.
La vicenda
La donna martedì sera ha avvertito un improvviso malore. Aveva la febbre alta. Quando i familiari hanno chiesto aiuto era già in gravi condizioni. La donna è stata soccorsa dall’ambulanza ed ha trovato la morte mentre veniva trasferita da un’ospedale all’altro. Quando i sanitari del 118 l’hanno prelevata dalla sua abitazione di Omignano la cinquantenne è stata subito trasferita al pronto soccorso dell’ospedale San Luca di Vallo della Lucania.
Qui ha avuto inizio la tragica storia. I sanitari del presidio vallese non hanno potuto praticare alla donna le cure necessarie perché impossibilitati ad effettuare una prima Tac. Il macchinario in dotazione alla radiologia dell’ospedale vallese, a quanto pare era fermo da giorni per un guasto. Un pezzo da cambiare, forse, non ha consentito il ricovero immediato della donna. Per la cinquantenne quindi è iniziato il viaggio negli ospedali della provincia fino a Napoli alla ricerca di una Tac e di un ricovero. Probabilmente per lei non c’era più nulla da fare, le sue condizioni erano molto gravi, ma l’episodio ha messo in evidenza in maniera drammatica che al San Luca di Vallo, ospedale Dea di terzo livello, un servizio importante quale la Tac può restare fermo per giorni. Ieri il guasto è stato riparato. A quanto è dato sapere ora la Tac funziona regolarmente. Troppo tardi, però, per la cinquantenne di Omignano.
La donna è morta mentre veniva trasferita a Napoli. La sua odissea, infatti, è proseguita addirittura al di fuori dei confini provinciali. Dal San Luca arriva a Battipaglia dove finalmente le viene effettuata la Tac che conferma l’aneurisma. Quindi l’immediato trasferimento al Ruggi di Salerno, dove però non è più attiva durante le notte – per carenza di personale e in adeguamento alla nuova legge sugli orari di lavoro medici – la radiologia interventistica. Il 118 ne era a conoscenza, per cui, secondo quanto trapela dal Ruggi, non avrebbe dovuto trasferire la donna a Salerno, senza peraltro la dovuta comunicazione. Il rianimatore di turno al Ruggi non ha potuto accettare il caso. Quindi, da Salerno, i contatti con la Federico II e la decisione di mandare la paziente a Napoli. Ma la donna, già in gravi condizioni, è morta durante il tragitto. Probabilmente per lei sarebbe stato vano ogni tentativo di soccorso. Resta comunque l’odissea del suo ultimo viaggio, dalla Tac rotta a Vallo al vano tentativo di ricovero al Ruggi.
Nuove Tac per gli ospedali
Solo due giorni fa il direttore generale dell’Asl Antonio Giordano aveva annunciato l’acquisto di tre nuove Tac per gli ospedali della provincia di cui una destinata proprio all’ospedale San Luca di Vallo. La nuova apparecchiatura arriverà nei prossimi giorni ma nel frattempo «non si può lasciare fermo un servizio di vitale importanza – lamentano gli utenti – Non è la prima volta che la Tac resta ferma».
La rabbia dei cittadini
La notizia ha suscitato rabbia e indignazione. «Una vergogna – denunciano i cittadini – il San Luca è un presidio importante. Promuoviamo un territorio che esiste solo nelle favole, la realtà per chi quotidianamente vive il Cilento è ben diversa. A tratti è a dir poco drammatica. Il Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni non ha bisogno di stelle di latta, ma di servizi che funzionano in maniera efficiente, soprattutto quelli essenziali. Gli amministratori dovrebbero ricordarlo».