Alla manifestazione ha preso parte anche il Console della Nigeria
Polla – “Non volevo essere una storia da raccontare, ma una persona con il diritto di sperare, avrei voluto vivere la vita come un sogno da realizzare”. I versi di una poesia letta da due bambini migranti mentre a fare da sottofondo c’era il suono dello djembe, il tradizonale tamburo africano, racchiudono quella che è la storia di chi lascia la propria terra e rischia la vita alla ricerca di quella dignità calpestata dalla povertà e dalle guerre. Quella dignità che cercavano anche quelle 26 giovani donne, madri o prossime a diventarlo che a Novembre dello scorso anno hanno perso la vita in mare nel tentativo di raggiungere l’Italia. Il loro ricordo è stato al centro della Giornata del Migrante e del Rifugiato celebrata dalla Diocesi di Teggiano – Policastro nel convento di Sant’Antonio. La Diocesi ha organizzato la giornata, attraverso la Caritas diocesana e l’Ufficio Migrantes. All’evento, presieduto da S.E. Mons. Antonio De Luca hanno partecipato i migranti ospiti delle strutture Sprar di Polla ed Atena Lucana e delle comunità alloggio per minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio diocesano. Tra gli ospiti anche il Console della Nigeria Franklyn Abiola Ogunyemi. La giornata si è aperta con la lettura da parte dei giovani migranti minori non accompagnati del messaggio di Papa Francesco scritto per questa giornata, un testo ricco di proposte e azioni concrete. “Questa giornata è segnata da questa esperienza dolorosa del 5 Novembre a Salerno – ha detto don Vincenzo Federico – ad Aprile abbiamo acccolto anche il piccolo Austin ed altre due donne tutti sepolti nel cimitero di Salerno. Il Mediterraneo che é stato il luogo della civiltà ora é diventato un mare mostruoso”. “Il Vallo di Diano – ha detto Monsignor De Luca – ha dato ancora una volta prova di essere un territorio che non ha paura di accoglire e lo ha fatto in uno dei modi più nobili, accogliendo le salme di 6 delle 26 donne che a Novembre hanno perso la vita in mare. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare sono i verbi che dovrebbero caratterizzare l’esistenza di ciascuno di noi e spingerci a tendere la mano a chi ha bisogno di aiuto”. I corpi sono stati sepolti lo scorso 17 novembre, dopo la cerimonia funebre svoltasi a Salerno, nei cimiteri di Montesano sulla Marcellana, Polla, Atena Lucana, Sassano e Sala Consilina, alla presenza dei sindaci e di tanti cittadini. “Mi sono commosso – ha detto Rocco Giuliano, sindaco di Polla – ascoltando le storie di questi ragazzi e pensando alla tragedia del 5 novembre. Sono orgoglioso del nostro territorio che non ha paura di accogliere, vedere qui insieme tanti giovani immigrati, insieme ai nostri giovani è la dimostrazione di come possa esserci integrazione”. Particolarmente toccanti sono state le parole di un giovane migrante del Gambia che ha ricordato chi ha perso la vita per dare un futuro alla sua vita: “Noi siamo come gli altri, siamo venuti fin qui solo per sopravvivere. Il nostro cuore è pieno di paura, dolore, sofferenze e lacrime e lo sarà fin quando non ci incontreremo ancora, riposate in pace”.