Sassano: la prescrizione salva padre e figlio condannati per resistenza a pubblico ufficiale

Di Erminio Cioffi

Avevano cercato di impedire ai Carabinieri di fare una contravvenzione perchè viaggiavano senza cintura

Sassano – La Corte di Cassazione ha annullato per prescrizione del reato la condanna a 4 mesi di reclusione inflitta in primo grado dal Tribunale di Sala Consilina e confermata dalla Corte di Appello di Salerno a due persone, padre 51enne e figlio 30enne, entrambi residenti nel comune di Sassano per il reato di resistenza a pubblico ufficiale. I fatti risalgono al 2009 quando i due, stando a quanto emerso nelle udienze, avrebbero cercato di impedire che venisse loro elevata dai Carabinieri una contravvenzione per omesso utilizzo delle cinture di sicurezza, dopo che i due erano stati fermati per un ordinario controllo mentre erano a bordo dell’auto condotta da uno dei due. L’avvocato difensore ha sostenuto nel ricorso presentato alla Corte di Cassazione che le frasi pronunciate da padre e figlio erano soltanto “una provocazione”, a al massimo “ingiustificate offese” nei confronti dei militari perchè loro intenzione sarebbe stata non già ad impedire che fosse elevata la contravvenzione nei loro confronti, bensì solo a convincere i Carabinieri ad “omettere quell’atto dovuto del loro ufficio. Per i giudici le frasi pronunciate dai due: “se cercate impicci ora li avete trovati”; “datemi i vostri nomi che vi devo denunciare subito” giustificano l’imputazione che ha portato alla condanna una volta correttamente collocate in seno allo specifico comportamento tenuto da padre e figlio, che per ben 30 minuti cercarono in ogni modo d’impedire che fosse redatto il verbale per le infrazioni constatate a loro carico. La Cassazione invece ha ritenuto fondato il motivo di ricorso sulla mancata pronuncia da parte della Corte di Appello sulla richiesta di applicazione di una causa di non punibilità. Di fatto ha annullato senza rinvio la sentenza impugnata, perché il reato è estinto per prescrizione.

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