“Scauratielli o Scauratieddi?”

È nello store di Storie di Pane di Capaccio che si è tenuto il primo di tre laboratori gastronomici dedicati alla tradizione cilentana

Di Bruno Sodano

La prima volta che ho assaggiato gli Scauratieddi è stato tantissimi anni fa in Calabria e mi furono presentati come il dolce dei festeggiamenti. Ogni qualvolta c’era qualcosa di bello da festeggiare venivano preparati. Poi, con il tempo, ho scoperto che sono un dolce tipico cilentano e vengono preparati durante il periodo natalizio. In italiano si chiamano “scaldatelli”, generalmente si conoscono come “scauratielli” ma a me piace chiamarli, come si usa in tante zone cilentane, “Scauratieddi”. Per questa ricetta mi sono rivolto a chi gli Scauratieddi li fa da una vita in modo impeccabile e lei è la Sig. ra Giovanna Carbone, pilastro di Storie di Pane ed ho approfittato di un laboratorio gastronomico tenutosi nella sede di Capaccio dedicato appunto a questo buonissimo dolce.

La ricetta di Giovanna è un po’ rivisitata: le uova non sono previste nella ricetta originale ma, giusto due per kilo di farina, rendono il risultato finale perfetto. Durante il laboratorio Maria Teresa Scarpa ha fatto un piccolo corso sul miele facendoci degustare 7 diversi tipi di miele con diversi gradi di dolcezza ed è stato importante anche per andare a stabilire quale tipo di miele sarebbe stato più indicato su questi buonissimi dolci fritti della tradizione cilentana. Prima di darvi la ricetta voglio solo puntualizzare due cose importanti: la prima è che la farina va aggiunta tutta subito e non si può aggiungere dopo che si è lavorato l’impasto e la seconda cosa è che deve essere completamente assorbita senza grumi perché, in caso contrario, gli scauratieddi friggendo possono scoppiare e diventare pericolosi.

Ingredienti

1500 ml di acqua

1 kg di farina 00

Buccia di arancia

1 mandarino

Buccia di limone

Un paio di rametti di rosmarino

1 bicchiere di vino bianco

50 ml di olio di semi

10 gr di sale

20 gr di zucchero

2 uova

Olio per friggere

Miele qb

Procedimento

Mettiamo a bollire un litro e mezzo d’acqua con le bucce di limone e di arancia, il mandarino, il rosmarino, il vino, l’olio, il sale e lo zucchero. Una volta iniziato il bollore filtriamo e rimettiamo sul fuoco. Aggiungiamo la farina ed impastiamo con un mestolo di legno. Man mano che impastiamo mettiamo un filo d’olio sui bordi della pentola. Ungiamo una spianatoia e mettiamo l’impasto che inizieremo prima a lavorare tipo l’impasto del pane e poi lo stendiamo per bene martellando con le mani fino a farla raffreddare togliendo eventuali (pericolosi) grumi di farina. L’impasto deve risultare liscio e che non appiccica. Aggiungiamo le uova e finiamo di impastare fino al completo assorbimento. Formiamo tanti serpentelli di pasta e li chiudiamo formando tanti fiocchi. Nel frattempo mettiamo l’olio d’oliva a riscaldare ed una volta raggiunta la temperatura friggiamo. Appena si iniziano a dorare li raccogliamo con una schiumarola e li condiamo con abbondante miele e aghi di rosmarino.

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