Un nostalgico affondo tra i giochi da società anni ’90 per scoprire come (non) sono cambiati quelli di oggi. A patto che le partite si svolgano on line. E preferibilmente in streaming.
Forse qualcuno dei lettori se lo ricorda quando tra la fine gli anni ’80 e la prima metà dei ’90, in Italia c’era stato un vero e proprio boom di ludoteche. O meglio, i locali, quelli in cui solitamente si andava a bere dopo cena, avevano riempito i propri scaffali di giochi da tavolo, anzi, è più corretto dire da società. Da non confondere con ‘social’ però. E non si trattava di luoghi periferici o a frequentazione pomeridiana, ma di locali in centro, quelli che dopo le 22 si riempivano gente e dove la birra sgorgava a fiumi. Quindi, no, non i bar dell’oratorio ma quelli per così dire della notte.
Due o tre titoli che mai mancavano, erano sempre lì a disposizione per il primo gruppo di amici che arriva, ed erano Brivido, Trivial Pursuit e, of course, il Monopoli. Insieme agli intramontabili scacchi, la dama e Forza 4. Per non parlare di tutti quei giochi ispirati ai programmi televisivi che ora può capitarci di rivedere (o per i più giovani vedere per la prima volta) su Techetecheté.
Oggi invece è la Play (Station) a ricoprire il ruolo di gioco di società. Non c’è bisogno di uscire, ci si trova a casa di qualcuno e si infila il disco. Naturale passaggio da analogico a digitale, anzi con i giochi per gli Oculus Rift, dovremmo dire, più specificatamente, a realtà virtuale.
Ed è sempre virtualmente che migliaia e migliaia di giocatori vanno oggi a sfidarsi sulle piattaforme on line. Chi addirittura in streaming live o chi abitualmente sui portali di gaming.
Perché come per i giochi da tavolo o di società, anche quelli di fortuna, ormai da un decennio, hanno trovato una loro nuova modalità di fruizione con i casinò on line. Questi ultimi sono dei portali in cui poter giocare ai classici giochi a premi presenti nei casinò. Su questo filone sono nati anche siti che offrono guide per i giochi da casinò.
Secondo quanto riportato da “Il sole24ore” il giro di affari dei videogiochi italiani si aggira intorno ai 40 milioni di euro. I titoli sportivi restano in vetta.
Mentre, sempre in Italia, il gioco di fortuna on line nel 2016 è cresciuto addirittura del 25%.
Informazioni queste che ci restituiscono una fotografia netta ed inconfutabile di come i gusti siano stati traslati e declinati al digitale, ma senza cambiare di troppo.
Non è calato l’interesse per lo sport, anzi basta guardare tutte le proposte per Play e Nintendo.
Al casinò si accede da smartphone e se si vuole si gioca anche in streaming, ma roulette, slot e tavolo verde sono sempre quelli che vanno per la maggiore.
Infine, chi amava i giochi tematici, nella rete ora ha solo l’imbarazzo della scelta.