L’affondo di Mario Capo: “Dov’erano quando combattevamo il sistema delle fritture di pesce?”
Scoppia la polemica all’interno del centro destra salernitano e ad innescarla è uno degli uomini simbolo del Pd campano, l’ex sindaco di Agropoli ed ora braccio destro di De Luca, Franco Alfieri.
I contrasti nascono da una foto pubblicata su Facebook da un professionista e militante forzista, Luca Lamberti, vicino politicamente al vice coordinatore provinciale Gaetano Amatruda, che ritrae, uno accanto all’altro, il commissario provinciale Enzo Fasano, il capogruppo alla Provincia Mimmo Di Giorgio ed appunto Franco Alfieri. I tre esponenti politici, sabato sera, infatti, hanno partecipato, presso il teatro Aldo Giuffrè di Battipaglia, alla prima edizione del Premio Ezio Maria Longo.
La foto è diventata virale provocando l’ira dell’europarlamentare Fulvio Martusciello. “Io – è il suo affondo – ad Alfieri non stringerei mai la mano”. “Ho partecipato all’evento dedicato ad un mio caro amico di destra. E ovviamente – si giustifica Fasano riferendosi ad Alfieri – non decido io chi consegna i premi per conto della Regione. Probabilmente se ci impegnassimo tutti la prossima volta, a rappresentare Palazzo Santa Lucia, ci sarà uno di centrodestra. Per quanto mi riguarda prenderei parte di nuovo al Memorial”.
L’ex sindaco di Agropoli dal suo canto non si scompone: “Martusciello e Amatruda? Non so nemmeno chi siano. Io ero presente come delegato della Regione e su invito di Longo ad una iniziativa in ricordo di una persona stimata a Battipaglia. Non entro in polemiche interne ad altri partit”.
Ma le polemiche, appunto, ci sono, e coinvolgono anche il centro destra agropolese. L’affondo è di Mario Capo, a lungo dirigente locale di An e Pdl prima e Fratelli d’Italia poi. Quest’utlimo non evita stoccate a chi con ha esitato a farsi immortalare in quella foto, ma anche all’ex governatore Stefano Caldoro.
“Dove erano quando nasceva e si ingrossava il sistema delle fritture? Quando si poteva impedire ad Alfieri di mettere le mani sul comune di Agropoli e il centro destra aveva la realistica aspettativa di governare la città?; Quando abbiamo combattuto da soli e mani nude quello che già era diventato il sistema Alfieri; quando abbiamo chiesto attenzione per rendere palese la restrizione di democrazia che avveniva nel comune di Agropoli; quando abbiamo gridato aiuto per rafforzare il contrasto ad una enorme fabbrica di clientele che stava assumendo dimensioni sempre più grandi; quando abbiamo cercato in tutti i modi di far comprendere che la chiusura dell’ ospedale di Agropoli oltre ad essere ingiusta per i cittadini assumeva una rilevanza politica molto più ampia rispetto al territorio circostante e che bisognava superare e rimediare agli errori normativi prodotti dalle gestioni precedenti senza trincerarsi dietro le decisioni già assunte”, evidenzia Capo.
“Non abbiamo trovato negli Amatruda e nei Caldoro attenzione alle nostre osservazioni – dice l’esponente del centro-destra agropolese – Siamo stati trattati con superficialità pensando erroneamente che Agropoli fosse un paesino al quale non dare neanche un minuto di attenzione o che le nostre fossero beghe di paese. Per poi accorgersi in campagna elettorale per le regionali, quando ormai era troppo tardi, che la vicenda dell’ospedale di Agropoli aveva travalicato i confini territoriali”.
“Oggi che Alfieri saldando il suo vasto e pervasivo sistema clientelare a quello del suo sodale alla presidenza della regione campania rende evidente e visibile a tutti la natura autentica dei suoi metodi di esercizio del potere, tutti cercano di proporsi come i paladini del contrasto al sistema delle “fritture” – prosegue – In questa smania di protagonismo da contrapposizione addirittura si arriva a cadute verticali di buon senso, come in occasione della recente manifestazione di Battipaglia dove piaccia o no Alfieri rappresentava la Regione Campania e tra istituzioni sullo stesso palco ci si saluta dandosi la mano”.
“Alfieri non e’ un fenomeno da baraccone – conclude Capo – Il sistema “fritture” e’ l’esercizio scientifico e pervicace del potere per fini clientelari. Non lo si combatte a chiacchiere ma lavorando e governando per i cittadini e liberando il territorio dalle condizioni che lo rendono assoggettabile e vittima di questi poteri”.