Da risorsa a speranza disattesa: la storia dell’osservatorio di Aresta

La struttura, nel cuore del Parco, ad oggi non è funzionante

Di Katiuscia Stio

La struttura, nel cuore del Parco, ad oggi non è funzionante

PETINA. Da risorsa a speranza disattesa. L’Osservatorio astronomico Aresta di Petina risulta essere non funzionante da oltre 4 anni. Un Psr per cercare di rimettere in piedi una struttura unica in tutto il territorio dell’Ente Parco.

L’Osservatorio Astronomico si trova in cima agli Alburni, in località Aresta di Petina, a 1300 metri di altitudine, nel Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni.

La struttura è nata da un vecchio “casone” che, immerso nel verde dei pianori degli Alburni, ricovero di pastori e mandriani, fu fatto costruire molti anni fa dalla Comunità montana Alburni. L’Osservatorio nel tempo era diventato uno dei più grandi osservatori amatoriali d’Italia, attualmente è “fuori uso” da oltre 4 anni per la mancanza di fondi necessari a ripristinare l’intera struttura.

L’Osservatorio ospita una cupola di 5 mt. di diametro, dentro cui è custodito il suo cuore: un riflettore in vetro ceramica Astrositali di ben 850 mm di diametro, per un peso complessivo di 1800 kg, realizzato dalla Dub Optika di Francesco Fumagalli, con sede a Barasso, Varese. La configurazione ottica Ritchey-Cretien è associata a un tubo in fibra di carbonio, che permette massima leggerezza accoppiata alla massima rigidità: la montatura equa¬toriale ha puntamenti completa¬mente computerizzati sincronizzati con la rotazione della cupola.

«Abbiamo, in collaborazione con la nuova amministrazione del comune di Petina, con Domenico D’Amato sindaco, presentato un Psr per accedere a fondi con cui poter riparare l’intera struttura. I problemi, purtroppo, sono innumerevoli- spiega Ettore Marmo, ingegnere meccanico che per anni, assieme all’Associazione “Astrofili degli Alburni”, ha gestito la struttura con le proprie risorse e forze- A quell’altitudine, la cupola, non coibentata, rimane per lunghi periodi sotto la neve e la parte elettronica ne risente. Non solo, la scheda del pc che guida il telescopio si è nuovamente rotta, essendo un pezzo unico nel suo genere, ed avendo già faticato anni fa per recuperarne una, ha messo fuori uso tutto il sistema. Non si trova in commercio, quindi il telescopio è rimasto abbandonato». Un’odissea quella dell’Osservatorio, per via della delicatezza e particolarità delle attrezzature che parte dal 2001, a pochi anni dalla sua messa in funzione, 1999/2000. Infatti lo specchio del telescopio nel 2001 rimane fuori uso. Agli inizi venne dato in gestione ad un’ associazione di astrofili di Capodimonte. La distanza kilometrica e le autotassazioni per portare avanti l’Osservatorio fa indietreggiare i volontari. Nel 2008 Ettore si attiva per riabilitare l’intera struttura contenente il prezioso telescopio e con un gruppo di volontari fondano l’Associazione “Astrofili degli Alburni” costituita da esperti astrofili in grado di far funzionare l’osservatorio e di tenere corsi e spiegare l’astronomia nelle serate di osservazione. Lo scopo che si prefiggeva l’Associazione era quello di rendere fruibile ad un pubblico sempre più numeroso uno strumento di grande prestigio come il telescopio dell’osservatorio astronomico Aresta.

«Purtroppo però le Istituzioni non ci hanno mai dato una mano- continua l’ingegnere Marmo- Nel 2013 la scheda si è rotta nuovamente. Ripararlo ora è praticamente impossibile perché non ci sono nemmeno più i software per quel tipo di hardware. C’è la parte meccanica, ma senza software, parte elettrica ed elettronica è venuta meno. Bisogna fare tutto daccapo. Come detto il comune di Petina ha presentato un Psr che nell’imminente futuro dovrebbe essere approvato e finanziato. Dopo di che arrivare i fondi, poi la gara».

Nel tempo l’Associazione “Astrofili degli Alburni si è sciolta”. Il futuro dell’Osservatorio, secondo Ettore Marmo, è nella gestione dello stesso da parte di un’associazione riconosciuta a livello nazionale. «Siamo in contatto e stiamo cercando la forma più opportuna per creare una “sezione” degli Alburni dell’associazione di astrofili riconosciuta a livello nazionale denominata ”Astro Campania” che è iscritta all’UAI (Unione Astrofili Italiani) e collabora in programmi di ricerca con l’osservatorio astronomico di Capodimonte e con l’UAN (Unione Astrofili Napoletani) con l’obiettivo di inserire il nostro osservatorio nei loro programmi di ricerca oltre a proseguire e migliorare l’attività divulgativa con il coinvolgimento delle scolaresche di ogni ordine e grado, dalle elementari all’università, con corsi specifici coadiuvati dalla proiezione di diapositive e fotografie astronomiche arricchite dall’osservazione diretta e dall’astrofotografia.

Naturalmente, come già avveniva, sarà possibile visitare l’Osservatorio anche da semplici curiosi e sarà a disposizione anche degli astronomi professionisti per le proprie osservazioni e ricerche con l’eventuale collaborazione dell’associazione.

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