“Gli amministratori pro tempore non hanno raccolto i documentati allarmi e i cittadini li hanno anche premiati nelle ultime votazioni comunali”
Con la fine dell’estate sono calati i riflettori sul Lido Azzurro. La piccola baia di Agropoli ha subito conseguenze negative dopo i lavori di ripascimento costiero che hanno portato alla realizzazione di una barriera emersa. Nonostante l’apertura di due varchi, che avrebbe dovuto evitare i problemi di accumulo di posidonia sul litorale, nulla è cambiato.
Una situazione prevista anche dal geologo Franco Ortolani, che già nell’autunno del 2014 lanciò il primo allarme per “il pericolo di degrado ambientale che avrebbe causato l’intervento progettato ed appaltato che prevedeva la costruzione di una struttura similportuale (copiata da un precedente progetto di porto) spacciata per opera di difesa dall’erosione costiera. Dopo pochi mesi si sono visti i primi effetti ambientali negativi del progetto sbagliato”.
“Gli amministratori pro tempore – ricorda Ortolani – allora hanno fatto progettare altri interventi ambientalmente sbagliati che non hanno fermato il degrado della storica spiaggia del Centro Storico di Apropoli. Gli ultimi interventi sono stati realizzati pochi mesi fa e come previsto non sono serviti ad eliminare il degrado ormai irreversibile. Ad ogni intervento sbagliato pensato e progettato in piena autonomia dalla filiera di comando comunale ho lanciato un nuovo allarme ambientale che avvisava sulla inutilità, ribadendo ogni volta che l’unico modo per ridare bellezza alla spiaggia del Lido Azzurro consiste nella eliminazione delle barriere costruite nella piena ignoranza ambientale costiera, visti i verificabili risultati devastanti per la ex spiaggia ora diventata nassa di frammenti di posidonia in putrefazione”.
L’esperto ricorda di aver “sempre sostenuto che il mare è il vero giudice imparziale e che in tempo reale fornisce le sue inappellabili sentenze. Così è sempre stato”. “Purtroppo le mie previsioni si sono rivelate corrette. Purtroppo i miei allarmi ambientali non sono serviti a niente”, dice rammaricato, ricordando come “Gli amministratori pro tempore non hanno raccolto i documentati allarmi e i cittadini li hanno anche premiati nelle ultime votazioni comunali”. “Quindi si tratta di un degrado voluto, accettato e condiviso?”, conclude.