Tassa di soggiorno, anche Capaccio e Agropoli puntano ad introdurla

Diversi comuni hanno già deciso di adottarla

Di Costabile Pio Russomando

Diversi comuni hanno già deciso di adottarla

Sono sempre di più i Comuni che hanno deciso di adottare la tassa di soggiorno. Si tratta di un’imposta di carattere locale applicata a carico delle persone che alloggiano nelle strutture ricettive di territori classificati come località turistica o città d’arte.

Nel Cilento sono molti i Comuni che hanno deciso di adottarla, da Ascea a Sapri, passando per Pollica, Centola, Camerota, San Giovanni a Piro, Vibonati e Sapri. Vi sono amministrazioni, invece, dove la tassa di soggiorno ancora non è stata istituita. E’ il caso di Casal Velino che non esita a pubblicizzare questa sua scelta, Agropoli e Capaccio Paestum. Per questi ultimi, in realtà, già la prossima stagione estiva potrebbe cambiare qualcosa con il rischio stangata sui turisti.

Nel caso della città dei templi il primo cittadino Franco Palumbo ha fatto sapere nei giorni scorsi, durante un incontro pubblico, di aver già firmato gli atti necessari all’istituzione della tassa di soggiorno. Obiettivo? Utilizzare i fondi per dare maggiori impulso al turismo. Palumbo, infatti, ha fatto sapere che ogni introito verrà utilizzato per finanziare interventi in materia turistica e per sostenere le imprese del settore.

Anche Agropoli cambierà rotta dal 2018. Per il comune cilentano, più che uno strumento per migliorare i servizi del settore turistico, l’introduzione della tassa di soggiorno garantirà respiro alle casse dell’Ente. Il caso ha già suscitato polemiche e le opposizioni avvertono: “si alla tassa, ma solo se garantirà più servizi nel settore”.

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