Agropoli, animalisti gettano la spugna: istituzioni sorde, ci arrendiamo

"Sono stanchi di sostituirci alle istituzioni e litigare con le persone"

Di Ernesto Rocco

“Sono stanchi di sostituirci alle istituzioni e litigare con le persone”

AGROPOLI. Nella giornata di ieri si sarebbe dovuto tenere un incontro per discutere del problema del randagismo e di una serie di proposte che i volontari che operano ad Agropoli avevano intenzione di fare ad amministrazione comunale e Asl per affrontare la questione. Il tavolo tecnico è però slittato per l’indisponibilità del sindaco Adamo Coppola, comunicata nei giorni scorsi. I volontari hanno chiesto un nuovo incontro ma ad oggi non ci sono indicazioni.

“Abbiamo richiesto un tavolo tecnico per poter affrontare le problematiche, i ricatti morali, le segnalazioni continue, le minacce, che tutti i giorni subiamo, ma ad oggi non ci è stata comunicata una nuova data”, fanno sapere i volontari dell’associazione Spartakus.

Eppure il fenomeno del randagismo, dell’abbandono di animali prosegue ed è concreto, ma le autorità sembrano mostrarsi sorde al problema, costringendo i tanti volontari presenti in città a farsi carico di ogni spesa per accudire cani in difficoltà, evitando che finiscano in canili. Di qui la decisione dell’associazione di ridurre il proprio impegno sul territorio.

“La nostra priorità saranno i cani che accudiamo – fanno sapere – Se potremo prendere in futuro un cane come abbiamo sempre fatto da piccoli, lo faremo, lo accudiremo con le nostre forze, compatibilmente con le nostre vite”. “Dopo tutte le nostre lotte – è l’amara constatazione – non siamo riusciti ad ottenere nulla per cambiare la mentalità delle persone, che le istituzioni facciano qualcosa di reale e concreto, allora abbiamo fallito”.

Un segno di resa, insomma, “perché – evidenziano – siamo stanchi di sostituirci alle istituzioni, di litigare con le persone, di pretendere che le persone abbiano i loro animali muniti di microchip, come per legge, tenuti in sicurezza, quando chi dovrebbe controllare ciò consiglia altro o agisce in modo diverso. Del resto per le istituzioni l’unica cosa è quella di mandarli nei canili, luoghi senza volontari, luoghi dove i cani entrano ma molto difficilmente escono”.

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