La regia è di Nadia Baldi
Andrà in scena lunedì sera alle 20 al cineteatro La Provvidenza di Vallo della Lucania “Veleni”, il film girato nel Cilento per la regia di Nadia Baldi e la sceneggiatura di Ruggero Cappucio.
“Veleni” è una fiaba nera, un racconto sulfureo, dove dominano i toni del genere gotico, sospesi tra il lirismo visionario, proprio di una trama metafisica, e registri elegiaci, contaminati anche da esiti parodici e umoristici.
“Veleni”, come suggerisce il titolo fortemente evocativo, sono i balsami che leniscono le ferite dell’amore, ma anche le pozioni che preparano donne-megere protagoniste di un racconto ambientato nel 1951, in un paese del Cilento.
Protagonista è un giovane professore che, tornato in paese per la morte del padre, rivive, come in un recupero analettico, i traumi rimossi dell’infanzia, ritrova una sorella e s’interroga sulla figura del padre, psichiatra che studia le psiconevrosi delle donne, l’isteria femminile, patologia classificata da Jung (più volte citato nel film). Vi dominano figure di donne, caratterizzate soprattutto come metafisiche e corrusche presenze: donne sole, vittime, ma anche carnefici, in uno scenario dove la medicina appare sempre al margine di pratiche magico-rituali.
La scrittura poetica di Ruggero Cappuccio ricorda qui il genere gotico, nato dalle suggestioni del Romanticismo, ricorda Malombra di Fogazzaro, molti racconti di Pirandello, per la rilevanza dell’aspetto teosofico che domina ne Il Fu Mattia Pascal e nei Sei personaggi; evoca le atmosfere di Gabriele D’Annunzio con le sue visioni, a partire da Il mistico sogno e soprattutto i racconti neri di Capuana. Ma la trama metafisica, allucinata, dove domina una preponderante dimensione dello spazio ctonio (nelle scene delle stanze sotterranee girate a Serramezzana), si alterna anche a registri comici, in cui appare evidente il rovesciamento parodico della coppia di Romeo e Giulietta, impersonata dalla straordinaria coppia Franca Abategiovanni e Lello Arena.
Echi e rimandi alla tradizione cinematografica italiana si possono cogliere soprattutto con gli stilemi di Visconti: pensiamo a Morte a Venezia (soprattutto per le riproduzioni degli splendidi costumi curati da Carlo Poggioli). Ma inevitabili suggestioni vengono anche da Il Gattopardo, evidenziabili nelle atmosfere e per esempio nei riferimenti alle paste delle vergini o seni di sant’Agata, un dolce dalla forma sensualissima reso celebre da Tomasi di Lampedusa. Infine un riferimento si può leggere anche nel film di Ugo Betti “Delitto all’isola delle capre”, dove l’uomo appare vittima delle cupidigie erotiche di donne.
Ulteriori rimandi si possono evidenziare anche con i romanzi di Cappuccio, soprattutto per le numerose contaminazioni con “La notte dei due silenzi”, per il topos dominante della solitudine e dell’incomunicabilità, della follia enfatizzata fino allo spasimo, e per il tema lampedusiano del ricordo.
Alla proiezione del film sarà presente anche la regista che si intratterrà con il pubblico.