Il giorno 23 novembre, alle ore 16:00, nell’Aula Magna “Vincenzo Buonocore” dell’Università degli Studi di Salerno, si è tenuto un incontro con Nicola Gratteri, magistrato in prima linea nella lotta alla ‘ndrangheta, e Antonio Nicaso, storico delle organizzazioni criminali, autore di best-seller internazionali.
L’evento, a cura della Professoressa Antonia Lezza che ha proposto ai suoi studenti proprio la lettura di un saggio di Gratteri e Nicaso, ha coinvolto numerosi studenti e docenti, che hanno partecipato anche a un dibattito, sollecitando con varie domande i due relatori.
Tra gli argomenti trattati: traffici illeciti, gerarchie tra mafie, ludopatia e dipendenze da droghe, economia e paradisi fiscali, ‘ndrangheta e boss, ‘ndrangheta invisibile. Nicaso in particolare sollecitato da una domanda di una studentessa si è soffermato sull’analisi della risonanza mediatica della morte di Reina, mentre Gratteri ha dato un taglio diverso al suo intervento, insistendo più volte sulla necessità di una formazione culturale che parta sin dai primi anni della scuola, l’unica istituzione capace di “salvare” da derive che possono portare a diventare schiavi della mafia.
Da entrambi i relatori è emersa la necessità che è doveroso oggi iniziare a decostruire i miti della mafia, attraverso quella che hanno definito come una “rivoluzione culturale”, che parta dallo studio, unica arma per affrancarsi dalla schiavitù della mafia e per sviluppare lo spirito critico, che porti i giovani a diventare “sentinelle della legalità”.