Coldiretti lancia allarme: situazione grave, necessario intervenire
“Lo scaricabarile tra enti non serve. Sulla questione cinghiali i ritardi stanno mettendo a repentaglio le attività agricole, compromettendo interi raccolti e causando pesanti perdite di reddito”.
Lo scrive in una nota il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio. I cinghiali ormai scavano il terreno persino tra gli uliveti. Danni a colture di mais, frutteti, vigneti, orti vengono quotidianamente denunciati dagli agricoltori con danni per le aziende agricole calcolati nell’ordine di centinaia di migliaia di euro.
“Le imprese agricole associate a Coldiretti ci segnalano un notevole aggravamento dei danni alle coltivazioni provocati dai cinghiali – sottolinea Sangiorgio – un problema che viene sollevato ad ogni assemblea sezionale dai nostri soci. Il piano di controllo del Parco da solo non basta. Ci vuole un’intesa istituzionale verticale e una grande alleanza tra agricoltori, cacciatori e tutti i soggetti coinvolti. Il processo di risoluzione deve mettere insieme la strategia del Parco con quella delle aree contigue e delle Atc. E’ inutile girarci intorno: il numero degli animali va prima contenuto e solo dopo si potrà parlare di gestione del fenomeno. Ci appelliamo anche ai Comuni affinché sostengano questa intesa. Gli indennizzi per i danni da fauna selvatica non servono. Gli agricoltori non chiedono soldi ma atti amministrativi urgenti, efficaci e risolutivi della problematica”.
Coldiretti Salerno sollecita, infine, l’attivazione definitiva della filiera del cinghiale per lavorare, trasformare e commercializzare i capi catturati così da trasformare una calamità in una risorsa di reddito aggiuntiva per gli imprenditori agricoli, in particolare per quelli che operano nell’area Parco.