La figura di San Lucido per promuovere il territorio

Comune punta a valorizzare la storia, il culto e i luoghi legati alla figura di San Lucido

Di Angela Bonora

Comune punta a valorizzare la storia, il culto e i luoghi legati alla figura di San Lucido

L’amministrazione del comune di Aquara, guidata dal sindaco Pasquale Brenca, intende valorizzare la storia, il culto e i luoghi che hanno riguardato la figura di San Lucido, benedettino, concittadino e patrono della città stessa, e all’occorrenza riscoprire i collegamenti con la storia di San Cono.

San Lucido è nato ad Aquara verso il 960, all’età di 15 anni circa i suoi genitori, Albino della Croce e Sabina Nicodemo, lo affidarono ai monaci del monastero di San Pietro, poco distante da Aquara, dove si distinse per pietà, ubbidienza, purezza e grande spirito di sacrificio.

Anche la Regione Campania – Assessorato al Turismo, unitamente ad altre istituzioni articolate sul territorio, comprese quelle religiose, intende programmare una iniziativa denominata “Le vie dei Santi”, anche al fine di rafforzare un connubio di fede e di cultura che alimenta da sempre le visite a luoghi di straordinario fascino artistico e religioso e la conoscenza di figure esemplari che la Chiesa cattolica ha già indicato in anni lontani e recenti come modelli di santità per l’oggi. Aquara punta ad inserirsi in tale contesto.

 

L’ente comunale vuole far conoscere l’esperienza di fede incarnata da San Lucido, singolarmente, oppure delineando un quadro di azioni volte a promuovere i collegamenti con la figura di San Cono, calibrando uno “specifico percorso” con le rispettive comunità di origine dei due Santi.

Sono pochi i paesi che possono vantarsi di aver dato i natali ad un testimone della chiesa, Aquara, insieme a Teggiano (che ha come patrono San Cono) è tra questi, poiché nel cerchio delle sue mura vide la luce, appunto San Lucido; le due comunità sono legate da questo forte connubio di fede.

Nel 1871, fu canonizzato San Cono, cittadino e patrono di Teggiano e nel 1880 san Lucido. Entrambi benedettini e originari di terre comprese nell’arco ampio della diocesi caputaquense.

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