DVB-T2, in cosa consiste la transizione alla tv digitale 2.0

Verso nuova fase del digitale, asta frequenze entro settembre

Di Ansa

Verso nuova fase del digitale, asta frequenze entro settembre

Tempi stretti, non certo i sei anni e le lunghe discussioni politiche dell’ultimo passaggio al digitale terrestre, per la tv del domani, ovvero il digitale terrestre di seconda generazione che sarà già a portata di tutti gli italiani il primo luglio del 2022. A definire le modalità del passaggio che porterà la nuova tv nelle case degli italiani è l’Articolo 89 della Legge di Bilancio in cui si spiegano appunto ‘Uso efficiente dello spettro e transizione alla tecnologia 5G’. Tutto nasce infatti proprio dal Piano della Commissione Europea sul 5G, ovvero serve posto nelle frequenze per la nuova modalità per la telefonia mobile, e per liberarle le tv dovranno passare al DVB-T2 che appunto permette la trasmissione dei canali in meno spazio.

Il primo step è affidato all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni che entro il 31 marzo 2018, quindi in tempi strettissimi, dovrà definire ”le procedure per l’assegnazione dei diritti d’uso di frequenze radioelettriche”, con lo scopo di rendere i televisori strumenti di multipla fruizione tecnologica, con una copertura il più ampia possibile del territorio nazionale ma con una particolare attenzione all’annoso problema delle interferenze con i paesi confinanti, dove spesso le frequenze si sovrappongono. Il passaggio successivo sarà entro il 30 settembre del 2018, quando il Ministero dello sviluppo economico provvederà all’assegnazione dei diritti d’uso della delle frequenze in banda con disponibilità dal 1 luglio 2022. Poi sarà sempre l’Agcom ad adottare entro il 31 maggio del 2018 il piano nazionale di assegnazione delle frequenze da destinare al servizio televisivo in digitale terrestre, ovvero il cosiddetto PNAF 2018 ma ”considerando le codifiche o gli standard più avanzati” secondo cioè il nuovo standard trasmissivo denominato DVB-T2, ovvero il secondo tempo del digitale terrestre. Sarà entro il 28 febbraio del 2019 che avverrà il rilascio da parte del Ministero dello sviluppo economico dei diritti d’uso, che prevedono per il servizio pubblico ”radiofonico, televisivo e multimediale sino al 40% della capacità trasmissiva del multiplex regionale”.

Il periodo transitorio vero e proprio poi sarà quello dal primo gennaio 2020 al 30 giugno 2022, quando secondo modalità non ancora definite avverrà il passaggio vero e proprio da una tecnologia all’altra. In tutto ciò poi la nuova rivoluzione digitale nelle case degli italiani, entrerà non soltanto una nuova numerazione sul telecomando, ma anche apparecchi televisivi adeguati ai nuovi standard in vendita dal 2017. Dovranno anche essere adeguate le antenne centralizzate dei condomini.

Per tutto questo la legge di Bilancio mette sul piatto 100 milioni di euro entro il 2022 come contributo alle famiglie per l’adeguamento delle tv in vista dello switch off. La norma prevede infatti un contributo ai costi a carico degli utenti finali per l’acquisto di apparecchiature di ricezione televisiva (tv o decoder) per il passaggio al nuovo standard DVB-T2. Sono quindi “assegnati 25 milioni di euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2019-2022”.

Condividi questo articolo
Exit mobile version