L’uomo uccise Rosa Allegretti e la seppellì in un fondo di via Mascagni
AGROPOLI. Dovrà scontare 30 anni di carcere Costabile Piccirillo, l’uomo reo confesso dell’omicidio della prostituta Rosa Allegretti, ritrovata in un terreno di via Mascagni. E’ quanto ha stabilito la Corte d’Assise d’Appello che ha confermato la condanna di primo grado. Inizialmente l’accusa per lui aveva chiesto l’ergastolo.
L’omicidio di Rosa Allegretti, sconvolse l’intera comunità agropolese. Era il 22 dicembre 2011 quando in un fondo agricolo nei pressi di via Mascagni di Agropoli dei cercatori di funghi videro emergere dal terreno un corpo e diedero l’allarme. Era appunto il cadavere dell’Allegretti. I piedi erano stati legati con una fune e il corpo, ancora vestito, non presentava particolari segni di violenza ad eccezione di una grossa ferita sulla testa. L’attività nvestigativa portò subito a concentrare l’attenzione su Costabile Piccirillo, all’epoca 38enne, poiché notato, il giorno precedente, sul luogo del ritrovamento del cadavere. A distanza di poche ore questo veniva arrestato. Dapprima negò qualsiasi tipo di coinvolgimento nella vicenda, poi, visti gli schiaccianti elementi di prova a suo carico e vistosi messo alle strette confessò.
Nella mattinata del 21 dicembre, tra le ore 12.00 e le ore 12.30, alla guida del proprio Fiat Scudo di colore bianco, giunto in località Foce Sele di Capaccio, Piccirillo notava l’Allegretti, dedita al meretricio in una via isolata, e decideva di rapinarla. Con un pretesto faceva salire la vittima in macchina e, subito dopo, con minaccia, le intimava di consegnargli il denaro; alle resistenze della stessa, dopo averla immobilizzata con un suo braccio, la colpiva ripetutamente con un bastone alla testa, la donna riusciva a divincolarsi e a fuggire, venendo però inseguita e bloccata. Il Piccirillo, a questo punto, le legava i piedi e le mani con delle corde e, per non permetterle di urlare, le infilava un fazzoletto di stoffa in bocca e avvolgeva il viso con dello scotch, caricandola nel cassone del suo mezzo e partendo alla volta di Agropoli. Giunto in località Linora di Agropoli, la vittima, riuscendo a liberarsi le mani dal vincolo delle corde, apriva lo sportello scorrevole del mezzo e cercava di scappare, venendo, però, nuovamente bloccata, malmenata e legata con fascette autobloccanti. Una volta arrivato sul fondo agricolo ove poi il corpo della donna è stato rinvenuto e constatato che la stessa era deceduta, decideva di occultarne il cadavere scavando una buca e ricoprendo la stessa con terreno, pietre e fronde di mirto.