Ripercorrere a piedi il viaggio di Goethe in Italia: l’impresa di una guida ambientale cilentana

Lo scorso anno era stata protagonista della camminata in solitaria dal Cilento al Gargano

Di Antonella Agresti

Lo scorso anno era stata protagonista della camminata in solitaria dal Cilento al Gargano

FELITTO. Vienna Cammarota, 68enne e guida ambientale escursionistica Aigae, sta compiendo un’impresa da Guinnes dei Primati. La donna sta ripercorrendo a piedi il viaggio che Johann Wolfgang Goethe compì in Italia nel 1786. Lo scorso 28 agosto Vienna è partita dalla stessa cittadina, Karlovy Vary, da cui iniziò il Grand Tour del letterato tedesco e ha già percorso 700 chilometri a piedi apprestandosi ad entrare a Venezia. Come il suo illustre predecessore, anche Vienna tiene un diario di viaggio in cui annota le impressioni e le descrizioni dei luoghi e dei contesti socio-culturali che va incontrando.

“Goethe è sempre con me – ha dichiarato – è la mia guida spirituale e così come scriveva lui, questo viaggio serve a conoscere me stessa nel rapporto con gli oggetti. L’unica differenza è che Goethe viaggiava in carrozza e io a piedi.” Il viaggio di Vienna si concluderà con l’arrivo a Paestum previsto per gli inizi di novembre, intanto l’entourage delle guide ambientali si sta organizzando per sostenere la collega: a fine ottobre, quando Vienna giungerà in Abruzzo a Civitella Alfedana, saranno in circa 4000 ad attenderla.

Per la Cammarota questa non è la prima impresa degna di nota. Nel novembre 2016, infatti, si era spostata dal Tirreno all’Adriatico percorrendo, sempre a piedi e in solitaria, ben 230 chilometri in 10 giorni. Paestum era stata in quel caso la località di partenza; attraversando i boschi dell’Appennino, costeggiando fiumi, borghi e montagne, Vienna era giunta poi nel Golfo di Manfredonia dormendo all’addiaccio e cercando ospitalità. In quella occasione la guida aveva dichiarato: “Parto da Paestum per dare voce ai luoghi che attraverserò legandoli all’antropologia, non solo sotto gli aspetti ambientali e naturalistici, ma anche con i “cunti” (racconti), leggende e storie di gente, tradizioni culturali o enogastronomiche, che incontrerò nel mio percorso.”

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