Lacune nell’impianto accusatorio, gli atti al Riesame
LAUREANA CILENTO. Tutto da rifare il processo per il tentato omicidio da parte di Raffaele Marciano verso un suo vicino di casa, Mario Di Biasi. I fatti risalgono al marzo scorso quando l’89enne di Laureana Cilento fu accusato di aver esploso due colpi di fucile in direzione del vicino, senza però colpirlo.
Marciano fu tratto in arresto e sottoposto in sede di convalida agli arresti domiciliari da parte del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Vallo della Lucania, con facoltà di allontanarsi da casa nel raggio di 50 metri per poter accudire il bestiame nella stalla. L’accusa per lui fu di tentato omicidio e porto in luogo pubblico di un fucile.
La Cassazione, però, ha riscontrato una serie di lacune sia relativamente all’evento che all’arma utilizzata ed anche per il luogo; di qui l’annullamento dell’ordinanza e rinvio per un nuovo esame al Tribunale del Riesame.
Il fatto si è verificato nel marzo scorso: i militari della Stazione di Torchiara dovettero intervenire in un fondo agricolo, in località Archi, dove il Marciano avrebbe esploso colpi di fucile in seguito ad una lite per questioni di vicinato. A sostegno della tesi hanno prodotto una scheda a dimostrazione che le cartucce sparate servivano per la caccia agli uccelli ed il loro potere lesivo è fissato in 40 metri mentre il vicino si trovava ad una distanza maggiore. La vittima raccontò di aver evitato di essere attinto dai pallini accovacciandosi al suolo.