“Ho il dovere di proteggerlo anche da chi dovrebbe tutelare i suoi diritti ma non lo fa!”
“La vergogna é un sentimento che appartiene a pochi. In questi anni mio malgrado ho assistito,subito e perché no, a volte anche capito le dinamiche politiche dietro ad alcune scelte fatte da chi avrebbe dovuto tutelare i diritti dei più deboli. Purtroppo però con il tempo ho capito che mio figlio come altri bimbi del territorio rientra solo tra statistiche e voci di spesa”.
Inizia così la lettera di Anna Maria Maiorano, mamma di un bambino di Vibonati che necessita di assistenza. Il piccolo frequenta le scuole dell’obbligo ma, stando alle accuse, non ha il necessario supporto: l’assistenza ancora non è partita per i bimbi con disabilità e sotto accusa è finito il Piano di Zona.
“Devid ed altri bimbi che versano in condizioni ancora più gravi delle sue purtroppo rappresentano per la politica locale (tutti nessun escluso) una linea su un grafico – accusa la donna – Nessuno di loro sa quanto una patologia invalidante condizioni e cambi le dinamiche di intere famiglie. Nessuno dei rappresentanti seduti a tavolo del piano di zona sa quanto sia angosciante ogni mattina aspettare una chiamata . Mio figlio ha diritto ad un’istruzione ma ha diritto ad avere un’istruzione serena”.
“Ogni mattina la sua e la mia preoccupazione é come faremo oggi? . Cosa può esserci di giusto in tutto questo? Cosa può esserci di giusto in una politica in cui una disabilita’ viene dimenticata in nome di un incarico ? Dove sono le istituzioni ? Perché io madre di un bimbo di soli 10 anni devo continuamente lottare affinché un suo diritto venga rispettato?”. Queste sono le domande che Anna Maria si pone e aggiunge: “Tutti sono responsabili della vita di mio figlio in quelle 5 ore che dovrebbero essere le ore in cui lui apprende socializza scopre e si apre al mondo. Mi rifiuto di continuare a rimanere ferma e sottostare a dinamiche di una politica scellerata. Non metterò più in pericolo la vita di mio figlio. Non lascerò che i suoi bisogni vengano dimenticati e fino a che non sarà garantita la sua sicurezza e il suo diritto ad una vita scolastica serena farò ciò che va fatto…farò la Madre. Ho il dovere di proteggerlo anche da chi dovrebbe tutelare i suoi diritti ma non lo fa! Devid ride…Devid gioca…Devid apprende….Devid é un bambino non un numero! Ha diritto ad avere un assistenza come la legge gli ha concesso attestando la sua disabilità” .
“Come madre mi chiedo… come faccio a fargli capire il valore del suo essere speciale se neppure le istituzioni ne comprendono il senso. Perché a perdere deve essere sempre lui e i bimbi come lui? Io vedo un bimbo …altri vedono una voce di spesa …altri ancora vedono in lui e in altri bimbi come lui una merce di scambio per un ‘impiego…io continuo a vedere solo un bambino… il mio bambino! Aspetto di sapere nel frattempo Devid rimarrà a casa nell’unico luogo sicuro per lui”, conclude.
La denuncia di Anna Maria è soltanto l’ultima di un gruppo di mamme con le stesse esigenze e lo stesso problema.