Centro di accoglienza nel villaggio turistico, scoppia la polemica

Ira dei residenti e dei cittadini del comune limitrofo

Di Redazione Infocilento

Ira dei residenti e dei cittadini del comune limitrofo

ISPANI Un centro di accoglienza in un villaggio turistico, esplode la protesta dei residenti.

Accade a Capitello, piccola frazione rivierasca del comune di Ispani. Nel villaggio turistico-residenziale “Ippocampo” dovrebbero essere opsitati oltre trenta immigrato. La notizia ha suscitato la reazione negativa di una quarantina di nuclei familiari oggi sul piede di guerra. Diversi gli esposti già presentati. Le dimostrante hanno avuto gli effetti sperati perché l’iter burocratico è stato bloccato. Al momento la struttura ristorante-affittacamere è priva dei requisiti di agibilità e quindi non può essere utilizzata, ma come più volte ribadito dal sindaco di Ispani Marilinda Martino ed è preoccupazione dei condomini che “nulla esclude che, ottenuti i permessi e sanate le irregolarità, il villaggio possa diventare un centro di prima accoglienza”.

L’accoglienza è prevista nella struttura e rientra nell’accordo quadro tra la l’ATI Associazione Il Sentiero e la Prefettura di Salerno. La struttura è attualmente di proprietà della cooperativa sociale “Il Sentiero” di Teggiano. Il 31 luglio scorso anche il sindaco di Vibonati, Franco Brusco, aveva deliberato in merito esprimendo dissenso contro l’arrivo dei migranti nella struttura del comune confinante. Dai documenti della Prefettura richiesti dall’amministrazione del condominio Ippocampo è emerso che lo scorso 28 febbraio, quando il complesso era ancora di proprietà del sindaco di Sanza Vittorio Esposito, la onlus aveva indicato all’ufficio del Governo l’immobile per l’accoglienza di 24 extracomunitari, tutti uomini. La stessa cooperativa a quella comunicazione aveva allegato una relazione tecnica che prevedeva una capacità di accoglienza per 34 persone.

Dagli esposti presentati tra giugno ed agosto scorsi dai condomini, tra gli altri, alla Procura di Lagonegro, è risultato che i lavori, iniziati successivamente all’atto di compravendita del 21 aprile 2017, erano privi di qualsiasi autorizzazione; che il giorno stesso del rogito erano stati accatastati come civili abitazioni un container abusivo ed un fabbricato in pietra, entrambi privi dei requisiti di abitabilità, e che la struttura principale era stata oggetto di opere realizzate senza autorizzazione, come indicato nell’accertamento di compatibilità paesaggistica presentato lo scorso 17 marzo. I residenti non intendono arrendersi. Continuano a monitorare la vicenda pronti ad zio i forti di protesta. Nulla contro i migranti ma un quartiere turistico non può essere trasformato in un centro di accoglienza.

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