Non riuscì ad ingravidare una mandria di bufale, la vicenda finì in Tribunale
AGROPOLI. Non riesce ad ingravidare le bufale, bufalo “condannato”. La singolare sentenza arriva dalla Corte d’Appello di Salerno e fa riferimento ad una vicenda iniziata alla fine degli anni ’80.
Il titolare di un’azienda sita tra Agropoli e Capaccio, acquistò un bufalo dall’azienda Improsta. Quest’ultimo sarebbe dovuto servire per ingravidare la mandria di 63 bufale in suo possesso. Trascorsi alcuni mesi, però, nessun animale risultò incinta.
Di qui la decisione degli acquirenti di portare in tribunale l’azienda cessionaria. Sono trascorsi quasi 30 anni dall’inizio della controversia durante i quali sono stati eseguiti controlli ed esame sulle bufale e sul bufalo. Da questi ultimi è emerso che l’animale “non era affetto da impotentia coeundi , tant’è che si accoppiò regolarmente con le bufale, ma da impotentia generandi , che gli impedì di ingravidare”.
Per questo i giudici hanno espresso la loro sentenza: l’azienda acquirente ha avuto ragione a rivolgersi al Tribunale.