Nonostante si sia già parlato dello scandalo delle banche maceratesi e di come queste siano state oggetto di una gestione più o meno inaccurata da parte degli amministratori, la situazione sembra andare complicandosi.
L’ecosistema bancario italiano dovrebbe essere controllato da Banca d’Italia che fra i vari compiti ha il compito di vigilare sulla buona gestione delle banche italiane. Detto che Banca d’Italia non è stata in grado di adempiere pienamente a questo compito, la situazione attuale non sembra essersi chiarita di molto rispetto agli ultimi mesi e, grazie anche alla lentezza del sistema giudiziario italiano, solo recentemente di è arrivati a parlare di un processo per la mala gestione delle banche in oggetto.
Posizioni archiviate e rinvii a giudizio
Ad oggi, per il fallimento miliardario di Banca Marche, la posizione dell’ex direttore generale Leonardo Cavicchia è stata archiviata. Non è altrettanto vero per altri 17 ex amministratori che sono stati rinviati a giudizio. La sentenza sarà fissata non prima di un paio di mesi. Nel frattempo, i reati associati agli ex amministratori sembrano essere molteplici tra cui bancarotta fraudolenta, ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto.
In particolare, il reato di bancarotta fraudolenta viene contestato a titolo patrimoniale e a titolo di bancarotta fraudolenta impropria. Naturalmente, i nomi di coloro che non hanno restituito il credito ottenuto sono stati omessi in gran parte delle dichiarazioni. Tuttavia, possono facilmente essere ritrovati grazie ad un servizio del canale televisivo La7 che ha svelato una lista di 50 nominativi legati ai nomi dei debitori, spesso per diversi milioni, nei confronti di Banca Marche. Ad oggi è noto che un esposto alla Procura della Repubblica dell’11 gennaio scorso ha chiesto alla magistratura di acquisire i nomi dei soggetti insolventi nei confronti dell’istituto di credito, e procedere nei loro confronti per il reato di concorso in bancarotta fraudolenta. Lo stesso esposto è stato richiesto per le procure di Arezzo, Ferrara, Ancona, Siena, Treviso e Vicenza.
Debitori e controllori
Chiaramente, il fallimento di Banca Marche è dovuto a diversi motivi. Sicuramente, i debitori che non hanno adempiuto ai loro doveri rientrano a pieno titolo fra questi motivi. Un secondo motivo, che non si può dimenticare, è il controllo poco efficace di Banca d’Italia. Tuttavia, a questo proposito c’è da dire che nello svolgere le sue funzioni di vigilanza l’istituto è stato ostacolato dagli stessi amministratori di Banca Marche che pertanto risultano indagati anche per il reato di ostacolo alle funzioni di vigilanza di Banca d’Italia.
L’azione di ostacolare un organismo di vigilanza è sicuramente di grande importanza, tuttavia è inevitabile che per ostacolare un organismo come Banca d’Italia, sia necessaria la collaborazione di molte persone con ruoli diversi all’interno di Banca Marche. A testimoniare la collusione fra gli ex amministratori della banca fallita c’è il numero stesso degli amministratori che risulta essere di 17.
L’ultimo schiaffo
Come se non bastasse, è in arrivo una nuova tassa sui salvataggi bancari. Questa tassa, sarà applicata sui conti correnti italiani e al momento si stima essere di circa 25 euro per correntista. Tale ammontare è giustificato con la necessità di coprire i costi generati dal Fondo Nazionale di Risoluzione. A questo punto, è chiaro che chiunque pensi di poter avere degli interessi positivi superiori alle varie tasse legate al proprio conto corrente si sbaglia. Le possibilità di guadagno legate al conto corrente sono nulle ed è il caso di guarda altrove come nel caso della piattaforma Trade.com.
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