60 volontari impiegati sulla costa per difendere i nidi di caretta caretta
Si è appena conclusa la Campagna Jairo Mediterraneo che ha visto impegnati circa 60 volontari a pattugliare le spiagge lungo la costa del Cilento per individuare e mettere in salvo i nidi di tartaruga Caretta caretta, in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn e l’Enpa di Salerno.Lo scopo di Jairo Med è tutelare i nidi di Caretta caretta, la più comune tartaruga del mar Mediterraneo ma fortemente minacciata e a rischio estinzione. In totale, sono state circa 300 le ore di pattugliamento effettuate dai volontari, suddivisi in due basi logistiche: Ascea e Palinuro-Camerota. Nel corso delle 6 settimane di Campagna diverse sono state le attività svolte dai volontari, come la misurazione della temperatura della spiaggia per studi scientifici, pulizia della spiaggia, conferenze stampa, incontri presso i vari stabilimenti balneari per spiegare a cittadini e turisti, adulti e bambini, lo scopo di Jairo Med, chi è Sea Shepherd e cosa fa e come riconoscere eventuali tracce di tartaruga e chi contattare in caso di ritrovamento.
Due i nidi di Caretta caretta rinvenuti dai volontari: ad Eboli lo scorso 12 giugno, la cui schiusa è avvenuta il 3 agosto e a Palinuro lo scorso 26 luglio, dopo due tentativi di nidificazione ad Ascea e Palinuro, presso la spiaggia delle Saline dove poche settimane è stato rinvenuto il nido. La vera sorpresa è stata però nel Lazio quando, la notte tra il 5 ed il 6 luglio, una Caretta caretta ha deposto 70 uova su una spiaggia di Marina di Ardea. Immediato l’intervento dei volontari che, in collaborazione con la Stazione Zoologica Anton Dohrn, Tartalazio e Capitaneria di Porto, si sono attivati per mettere in sicurezza la schiusa e monitorare la situazione. Sempre nel mese di luglio, i volontari sono stati allertati per il recupero di un esemplare adulto di tartaruga, rinvenuto al largo del porto di Salerno, che presentava una ferita alla testa a causa dell’impatto con un’imbarcazione. Dalla successiva ecografia è stato poi scoperto che l’esemplare in questione era in procinto di deporre le uova. Dopo le cure del caso, è stata liberata a Capri, monitorata da un gps posizionato sul carapace. Un mancato lieto fine ad Ardea dove si non si è verificata la schiusa forse a causa delle condizioni della spiaggia che hanno impedito lo sviluppo embrionale delle uova, come riferito dai biologi della Stazione Zoologica Anton Dohrn che hanno preso in carico le analisi delle uova. Ultimo nido a schiudersi è stato quello di Palinuro, nei pressi della Baia degli Angeli dove il 18 settembre hanno trovato la via del mare aiutate dai biologi e dai volontari 69 tartarughine.
Due, invece, i nidi non segnalati, rintracciati quando erano già in fase di schiusa: a San Mauro Cilento, lo scorso 20 agosto e ad Acciaroli pochi giorni prima. A fine agosto, ad ampliare l’efficacia della Campagna Jairo Mediterraneo sulle spiagge, si aggiunge la presenza della M/V Sam Simon che, con un equipaggio di 25 persone provenienti da 6 diverse nazioni, inizia a pattugliare le acque del Sud Tirreno.
In sette giorni di attività al largo delle Isole Eolie, con la collaborazione della Guardia Costiera Direzione Marittima di Catania, la M/V Sam Simon ha recuperato ben 49 “cannizzi” illegali. I “cannizzi” (in inglese FAD: Fish Aggregating Devices) sono sistemi di aggregazione del pesce costituiti da bidoni di plastica uniti da corde di nylon, ancorati a fondali di 700/800mt di profondità tramite grosse pietre. In alcuni di questi sistemi sono presenti anche foglie di palma, unica parte biodegradabile utilizzata per la pesca alla “Lampuga”, vietata fino al 15 Settembre. Inoltre i “cannizzi” recuperati non possedevano alcun segnale identificativo, questa mancanza di tracciabilità li ascrive alla pesca INN (Illegale, Non dichiarata e Non regolamentata).Si tratta quindi di plastica e di lunghe corde di nylon portate in Mare illegalmente che, oltre ad aumentare la già enorme presenza di plastica, danneggiano la pesca locale legale e sono un pericolo per ogni essere vivente che vi si avvicini rischiando di rimanere impigliato, tra cui le Tartarughe marine che spesso pagano con la propria vita. La collaborazione tra la Guardia Costieri di Lipari e i volontari di Sea Shepherd ha permesso di recuperare dal mare più di 73.5km di filo di nylon oltre a molteplici taniche e bottiglie di plastica e rifiuti vari che non costituiscono più un pericolo per la vita marina del Mar Mediterraneo
La Campagna “Jairo Mediterraneo” ha attivo un protocollo di intesa tra Sea Shepherd Italia Onlus e la Stazione Zoologica Anton Dohrn, siglato lo scorso 8 maggio, che prevede una partnership volta all’azione diretta di tutela, monitoraggio e protezione dei nidi di tartarughe lungo le coste campane. Costituita nel 1977, Sea Shepherd è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro la cui missione è fermare la distruzione dell’habitat naturale e il massacro delle specie selvatiche negli oceani del mondo intero al fine di conservare e proteggere l’ecosistema e le differenti specie. Sea Shepherd pratica la tattica dell’azione diretta per investigare, documentare, agire, mostrare al mondo e impedire le attività illegali in alto mare. Salvaguardando la delicata biodiversità degli ecosistemi oceanici, Sea Shepherd opera per assicurarne la sopravvivenza per le generazioni future. Il Capitano Paul Watson, fondatore dell’Organizzazione, è uno dei più importanti e rispettati leader nelle questioni ambientaliste. Sea Shepherd opera in alto mare con la sua flotta formata da 9 navi i cui nomi sono dedicati ai sostenitori che ne hanno reso possibile l’acquisizione. Sea Shepherd è impegnata su più fronti, sia in mare che a terra: dalla salvaguardia delle foche della Groenlandia, alla protezione dei delfini nella Baia di Taiji in Giappone. Da dodici anni l’Organizzazione è impegnata nella più importante e difficile missione per la Vita dei nostri Oceani: salvare le balene dagli arpioni della flotta baleniera illegale giapponese. In 10 anni di campagne la “Flotta di Nettuno” ha salvato la vita di oltre 6.000 balene.