Attualità

Prestazioni sanitarie a pagamento, “da venerdì 8 settembre i cittadini dovranno pagare per curarsi”

“Budget esaurito, a rischio il diritto alle cure dei cittadini salernitani. L’Asl provinciale prenda provvedimenti urgenti per evitare un salasso senza precedenti”

Comunicato Stampa

4 Settembre 2017

“Budget esaurito, a rischio il diritto alle cure dei cittadini salernitani. L’Asl provinciale prenda provvedimenti urgenti per evitare un salasso senza precedenti”

Chiarezza sulle prestazioni sanitarie ad alto costo, relative ad accertamenti genetici e ad alcuni marker tumorali. A chiederla è Biagio Tomasco, sindacalista della Uil Fpl provinciale, che in una lettera aperta al direttore dell’Asl Salerno esprime perplessità sull’eventuale blocco. “Ora è il turno della cardiologia ed entro novembre, a meno di interventi dall’alto dell’organo di governo regionale, anche tutto il resto degli accertamenti diagnostici e delle analisi cliniche che si effettueranno in strutture private graverà per intero sulle tasche dei pazienti”, ha spiegato l’esponente del sindacato di categoria della Uil Fpl di Salerno. “Una premessa, però, è d’obbligo: il calendario dello stop alle prestazioni convenzionate è ancora provvisorio, perché si attende a breve un ricalcolo da parte dell’Asl che potrebbe far slittare le date in avanti, come l’anno scorso, quando di ricalcolo in ricalcolo si riuscì ad arrivare con le analisi cliniche fino Natale, cosa che oggi come oggi francamente appare molto difficile”.
Nel 2016, come ricorda Tomasco, a giocare a favore è stata l’emissione del cosiddetto decreto appropriatezza voluto dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che aveva anche previsto sanzioni per i medici che eccedevano nella prescrizione di esami e di cui l’interpretazione non era ancora chiara. Un anno fa, l’effetto “spavento” sui prescrittori aveva determinato un calo delle richieste e consentì di dilatare i tempi di esaurimento dei budget per le prestazioni convenzionate. Ma quest’anno, per Tomasco, la situazione è diversa. “Già i conteggi del primo trimestre hanno consegnato un quadro allarmante, che dalla prossima settimana inizierà a dispiegare i suoi effetti imponendo ai cittadini di pagare in proprio. Per tutti gli esami cardiologici la scadenza è venerdì 8 settembre: da quel giorno, e sino alla fine dell’anno, il ticket non basterà più, perché i rimborsi ai centri privati sono bloccati dal raggiungimento dei tetti di spesa”, ha affermato. “Subito dopo – il 14 settembre – se dall’Asl non arriveranno contrordini toccherà alla
medicina nucleare: pet, scintigrafia e tutto il resto. Poi sarà la volta di tutta la radiologia, per la quale l’ultimo giorno di regime convenzionato è previsto il 6 ottobre. Seguiranno diabetologia, 21
ottobre, analisi di sangue e urine il 2 novembre. Infine, si pagheranno pure le visite ambulatoriali dal 14 novembre. Già esaurita, invece, la cifra per la radioterapia, poiché i vertici dell’Asl hanno calcolato che a fine marzo era già stato speso il 49 per cento del budget annuale. Ma trattandosi di terapie salvavita, in questo caso le strutture private sono solite continuare a fornirle senza richiederne il pagamento integrale”.

Per la Uil, dunque, per tutte le branche che il rapporto tra richieste e tetti di spesa risulta impietoso: solo nel primo trimestre si è già impegnato il 33 per cento dei 18 milioni di euro stanziati per le analisi di laboratorio, il 42 per cento dei 5 milioni di euro per cardiologia, il 34 dei 940.000 euro destinati a diabetologia, il 36 dei quasi 21 milioni di euro assegnati alla radiologia e il 40 per cento dei 2.335.000 euro che costituiscono il budget 2017 della medicina nucleare.

“Probabilmente sono i tetti di spesa ad essere inadeguati e quindi scontiamo le previsioni
sbagliate che furono fatte dall’Asl nel 2002, e considerato che ogni fine anno la storia si ripete, è
chiarissimo che l’unica soluzione è rivedere i budget al rialzo”, ha analizzato Tomasco. “Infatti, secondo un’analisi di Federlab, gli attuali limiti di spesa per la specialistica ambulatoriale risultano sottostimati di circa il 25 per cento rispetto al fabbisogno. Conti alla mano servirebbero alla Campania altri 50 milioni di euro, cifra non proibitiva su un bilancio complessivo che per la sanità stanzia ogni anno 10,8 miliardi. Considerato che il Governatore De Luca farà il possibile per rivedere i vecchi sbagli sui budget, abbiamo dei dubbi. Nonostante l’incarico di commissario alla sanità campana, le sue decisioni dovranno passare per il controllo dei ministeri di Salute ed Economia. Conoscendo la burocrazia ministeriale, dubitiamo che per il 2017 a cambi qualcosa e
chiediamo quindi quali siano le azioni che la dirigenza dell’Asl Salerno ha in mente di adottare per far fronte all’ennesima emergenza del settore, onde garantire a tanti cittadini, per la maggior
parte pensionati, il sacrosanto diritto alle cure”.

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