Tra pochi giorni ricade il settimo anniversario dell’omicidio
Sette anni e ancora nessun nome. L’omicidio Vassallo resta anonimo, per ora ci auguriamo. La notizia che la prova del Dna avrebbe scagionato Bruno Humberto Damiani, principale indiziato del delitto, ha di fatto messo un grosso punto interrogativo sulla vicenda. Non resta che attendere l’esame genetico su altre 94 persone disposto dalla Procura nei giorni scorsi per provare a scoprire una nuova pista.
Intanto tutto resta un’incognita, almeno ufficialmente, e c’è anche chi chiede giustizia per lo stesso Damiani. “L’unico e principale indiziato del delitto Vassallo rimane scagionato dal test del dna pur avendo pagato un prezzo durissimo per reati diversi ma mantenuto in carcere perché era comodo avere un presunto colpevole in mancanza e assenza di qualsiasi altro indizio o prova – ha commentato Peppe Tarallo, ex presidente del Parco – Si sono inventati scontri con Vassallo mai avvenuti e ha pagato un accanimento ingiustificato nei suoi confronti. Così come ha pagato per colpa di ciò anche il fratello tenuto per mesi agli arresti domiciliari. Avrà pure commesso altri reati ma per il delitto Vassallo merita delle scuse, salvo che non venga accertato un qualsiasi altro suo coinvolgimento ma per ora sembra escluso che sia stato lui a sparare. Chissà se da questa nuova indagine del test del dna non esca qualche sorpresa. E chi ha escluso la pista della camorra o affari speculativi sostenendo che Vassallo sarebbe stato ammazzato perché avrebbe visto cose che non si sarebbe mai aspettato di vedere,perché non spiega meglio questa sua affermazione?”.
Ma la tesi che non fosse stato lui il vero assassino non era stato solo lui a sostenerla: anche l’attuale sindaco di Pollica, Stefano Pisani, era sempre stato perplesso e ora spera che i nuovi test del Dna effettuati diano un nome e un cognome all’omicida, ma soprattutto permettano di fare giustizia sull’omicidio del Sindaco Pescatore.