L’ultimo caso dieci giorni fa con l’aggressione ad un consigliere di Camerota
Sono passati quasi dieci giorni dall’aggressione di una parcheggiatrice abusiva verso il consigliere comunale di Camerota Pierpaolo Guzzo. Questo è solo l’ultimo, in ordine di tempo di episodi di violenza registrati sul territorio cilentano che vedono protagonisti amministratori comunali. Sempre a Camerota un’altro spiacevole quanto grave episodio é quello di cui rimase vittima l’ex sindaco Antonio Romano.
Nel settembre del 2016, l’allora primo cittadino fu aggredito mentre era in bicicletta da un cittadino che aveva fermato per parlargli di una problematica legata a delle questioni di confine tra privati .D’improvviso l’uomo, colto probabilmente da un raptus,iniziò a inveire contro il sindaco, ingiuriandolo e prendendolo per i capelli. Il gesto fuco sì violento da far cadere alcune ciocche e da costringere Romano, il giorno seguente, a recarsi in ospedale per essere visitato. Dall’episodio è trascorso quasi un anno. L’ex sindaco presentò querela ma ora vuole solo dimenticare e lasciarsi tutto alle spalle.
Più grave quanto accaduto al sindaco di Omignano Emanuele Malatesta. Sulla vicenda ci sono ancora le indagini in corso da parte della Procura della Repubblica di Vallo. Nel mese di gennaio dello scorso anno fu incendiata la casa estiva del sindaco Malatesta.Una villetta bifamiliare di due piani andò completamente in fiamme. Gli inquirenti esclusero subito l’auto combustione. Per una serie di elementi raccolti fu accertata l’origine dolosa dell’incendio.
Il 27 giugno scorso il sindaco di Moio della Civitella Enrico Gnarra é stato schiaffeggiato durante un incontro pubblico da un cittadino che chiedeva denaro,il tutto dinanzi ad unafolta platea.Anche in questo caso per l’aggressore (lo stesso fermato per furto nei giorni scorsi) é scattata la denuncia alla Procura della Repubblica.
Un anno fa invece fu aggredito nel suo ufficio il segretario comunale di Vallo della Lucania. Un cittadino appartenente alla famiglia dei rom fece irruzione nella sede comunale pretendono le chiavi di una casa popolare. Un mese dopo lo stesso cittadino andò ad occupare un alloggio popolare nel comune di Castelnuovo Cilento.