“Una catastrofe, all’improvviso persone disperate che fuggivano”. La testimonianza dei cilentani a Barcellona

"La città si rialzerà ma resta la paura"

Di Fiorenza Di Palma

“La città si rialzerà ma resta la paura”

Terroristi ancora in azione. Ieri a Barcellona un furgone impazzito, procedendo a zig zag, è piombato sulla folla della Rambla. Si sono vissuti attimi di terrore: 13 i morti, 80 i feriti.

Si teme per la vita di Bruno Gulotta, residente a Legnano, in Lombardia, che era in vacanza nella città catalana con la moglie e i figli. Gulotta, 35 anni, al momento dell’attacco si trovava sulla Rambla e sarebbe rimasto ucciso dal furgone killer che è piombato sulla folla provocando almeno 13 morti.

Tanti altri gli italiani che erano in zona, tra questi anche alcuni cilentani in vacanza a Barcellona o residenti lì vivono per lavoro.

“Sto bene”, scrive Fabio su Facebook dopo aver raccontato quanto accaduto. Il giovane agropolese era arrivato da appena un giorno a Barcellona e al momento dell’attentato si trovava a pochi chilometri di distanza. “Una catastrofe – commenta – non ho vissuto l’attimo dell’attentato ma all’improvviso ho visto gente che fuggiva, persone disperate e forze dell’ordine che giungevano a tutta velocità nella zona”.

“Stiamo bene – raccontano Alessandro e Maurilia di Sala Consilina – fino alle 16 siamo stati sulla Rambla. Appena siamo arrivati in albergo abbiamo saputo quello che era accaduto. Adesso la città è blindata, le linee della metropolitana del centro sono tutte chiuse. È tremendo quello che è accaduto e mi vengono i brividi al solo pensiero che per pochi minuti non ci siamo trovati anche noi li”.

“Per fortuna non ero lì – racconta invece Daniela di Casal Velino – ma è tanta la paura dopo quello che è successo e non vedo l’ora di tornare a casa, l’ansia e la paura si respirano ovunque”.

Molti altri cilentani hanno utilizzato Facebook per avvisare amici e parenti di stare bene. “Barcellona saprà rialzarsi – scrive sui social Paolo, residente in Spagna per lavoro ma originario di Vallo della Lucania – ma la paura è tanta”

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