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Agropoli, un’apparizione mariana del XVI secolo. La Madonna del Pozzo e la contadinella Agropolese

Un evento straordinario che ci conduce alla ricerca di un'antica icona Bizantina e di un affresco del XVIII secolo

Ernesto Apicella

9 Agosto 2017

Un evento straordinario che ci conduce alla ricerca di un’antica icona Bizantina e di un affresco del XVIII secolo

 

In una calda giornata estiva di tanto tempo fa, una contadinella agropolese conduceva al pascolo una pecora, una capretta ed un maialino, nella boscaglia del piano dei Saraceni. Si fermò, come faceva ogni giorno, ad attingere l’acqua di un pozzo che sorgeva nei pressi di un vecchio olmo.

Quella mattina, affacciandosi sulla bocca del pozzo, vide una luce brillare e scorse   sul fondo, un’icona della Madonna con il Bambino Gesù in braccio. Attinta l’acqua,  riprese il cammino verso casa, ma le rimase fissa nella mente, quell’icona della Madonna intravista nel pozzo. L’indomani,verso le ore dodici, ritornata al pozzo per dissetare i suoi animali, ebbe la visione della Madonna che, in un’abbagliante luce e con voce soave,  la esortava a rimettere al suo posto la sacra icona, che si trovava nascosta in fondo al pozzo. Infatti, sul muro del pozzo, la contadinella notò una vecchia e malandata cappella, vuota ed abbandonata. Forse era quello il luogo a cui la Madonna accennava? Impaurita e tremante, dopo la visione della Madonna, corse subito a casa ed informò i genitori dell’accaduto. Questi, la rassicurarono e tranquillizzarono. Quindi, accompagnati da altri agropolesi, estrassero dal fondo del pozzo la Sacra Icona della Madonna con il Bambino Gesù. Mentre le donne pregavano, gli uomini sistemarono la cappella e vi ci posero la Sacra Icona.

Dopo quella miracolosa apparizione, gli agropolesi si riunirono ogni giorno per secoli, allo scoccare delle 12.00, per pregare ed invocare la Madonna, che chiamarono < del Pozzo >”.

L’incontro tra la Madonna e la contadinella agropolese avvenne, presumibilmente, nel XVI secolo d.C.. Il racconto ci è giunto attraverso un connubio di fede, leggenda e mistero che la tradizione orale vuole tramandato da padre in figlio, nelle fredde sere d’inverno, davanti ai camini delle case agropolesi.

L’iconoclastia

L’Imperatore Leone III di Bisanzio, nell’anno 726 d. C., promanò un editto imperiale  che decretava la fine della venerazione, nonché l’eliminazione delle icone religiose.   Papa Gregorio III, dal canto suo, condannò i decreti dell’Imperatore di Bisanzio. Ma l’effetto dell’iconoclastia portò al danneggiamento e alla distruzione di numerose raffigurazioni sacre, ivi comprese opere d’arte e codici miniati. Tutto ciò avvenne anche ad Agropoli. Nel marzo del 843 d.C. fu sancita e ripristinata dall’Imperatrice Teodora di Bisanzio, la liceità della venerazione delle icone. Ma nell’Agropoli Bizantina, la lotta ai simboli religiosi cristiani continuò con l’occupazione mussulmana dei Saraceni Abbasidi (anno 882 d.C). Finché nel 915 d.C. l’esercito cristiano con a capo Papa Giovanni X, al grido “Dio è con noi”, sbaragliò e mise in fuga i Saraceni dall’Italia del Sud.

 

Breve storia della Chiesa della Madonna delle Grazie.

La Timeline della chiesa l’ho realizzata grazie alle varie visite Pastorali effettuate dai Vescovi o dai loro delegati, anche se gli inventari, purtroppo, sono incompleti (abbreviazione VP); ad una cronaca degli anni ’50 pubblicata da Michele Rinella, Ispettore Scolastico, Storico e Giornalista (abbreviazione MR); alle notizie tratte dai libri del prof. Vincenzo Urti, per molti anni maestro della Scuola Elementare “G.Landolfi”, nonché Sindaco di Agropoli, dal dicembre 1952 al giugno del 1956

(abbreviazione VU).

(VU) 29 giugno 1630, dopo l’assalto turco, la famiglia Del Mercato eresse una chiesetta in onore della Madonna del Pozzo, che aveva salvato Agropoli dai predoni ottomani.

(VU) 1656, gli agropolesi sopravvissuti alla Peste, per le numerose grazie ricevute, in segno di gratitudine la ribattezzarono Madonna delle Grazie, festeggiandola l’11 Agosto, giorno della scomparsa della Peste.

(VP) 1698, la chiesa si presentava con il soffitto con tegole a embrice, 3 porte ed era custodita da un eremita. Le offerte provenivano soprattutto dai naviganti. Era presente anche un calice d’argento;

(VP) 16 Aprile 1714, la visita accennava ad un altare unico con l’immagine della Madonna dipinta sulla parete ed ornata da corona d’argento;

(VP) 8 febbraio 1742, copertura con tegole a embrice e all’interno della chiesetta, su una parete, è collocata una icona della Madonna, che si dice miracolosa;

(MR) 1805,  la cappella fu allungata e al posto del modesto altarino fu alzato un sontuoso altare in marmo a mosaico, ancora in uso oggi (1951). Ai piedi dell’altare si legge: “D. Vincentius Rotoli – Procurator fecit – A.D. MDCCCV.”;

(VP) 3 Ottobre 1875, nella Chiesa vi erano un altare in marmo, un presbiterio con balaustra di marmo, due altari in legno, due confessionali e l’organo sulla porta. Inoltre erano presenti l’affresco della Madonna in nicchia, la Vergine delle Grazie con statua a telaio con corona d’argento, una tela con Vergine dei Miracoli, etc.;

(MR) 1898, per opera del sig. Ignazio Volpe si ebbe il prolungamento della chiesa con  l’inizio della costruzione di 3 navate;

(VP) 27 Settembre 1905, la Chiesa risultava restaurata con l’aggiunta della sacrestia, di due altari e della campana. All’esterno era stato costruito il nuovo cimitero di Agropoli;

(VP) 11 Maggio 1913, la Chiesa risultava  interdetta per la costante presenza di militari, che la utilizzavano come bivacco;

(MR) 1921 per iniziativa del sig. Raffaele Figliola, che raccolse offerte tra i fedeli, la chiesa venne ulteriormente allungata ed allargata, con il completamento delle tre navate. L’opera fu completata nel 1925;

(VU) 1951, con Mons. Merola, fu costruita la navata laterale ed allungata la navata centrale. Nello stesso anno Francesco Perrone, agropolese emigrato negli U.S.A., regalò la balaustrata in marmo dell’altare maggiore e la sala parrocchiale: “Sala Perrone”. Nel 1961 fu la volta del trono in marmo della Madonna, mentre nel 1964 fu eretto il campanile. Lo stesso anno la chiesa si dotò di un Organo, fabbricato dalla ditta Giustozzi di Foligno, e fu costruita, dove c’era il vecchio cimitero di Agropoli (1854-1928), la Casa Canonica.

Negli anni successivi la chiesa è stata più volte “modernizzata” con la solidarietà economica degli agropolesi. Purtroppo, i lavori realizzati da fine ottocento ad oggi, non considerando il valore storico della Chiesa, hanno causato l’irreparabile distruzione dell’antica struttura muraria e la perdita di buona parte delle preziose suppellettili religiose presenti.

 

Dove sono l’affresco della Madonna delle Grazie presente sulla parete dietro l’altare maggiore e l’antichissima icona bizantina della Madonna del Pozzo?

In un articolo del 1951, Michele Rinella invitava gli organi competenti a restaurare e  a salvaguardare l’affresco della Madonna delle Grazie, quasi scomparso, e a tutelare l’antica icona di terracotta della “Madonna del  Pozzo con il Bambino Gesù in braccia”, che era stata inventariata nella visita pastorale dell’8 febbraio 1742:
… icona in pariete depicta Miracolosa”.

L’affresco della “Madonna dipinta sulla parete ed ornata da corona d’argento” era stato inventariato per la prima volta nella Visita Pastorale del 16 aprile 1714.            Se nel 1951 l’affresco era ancora presente in chiesa, che fine avrà fatto in questi ultimi anni? Due sono le ipotesi: la prima è che sia andato distrutto in uno dei tanti lavori di ammodernamento; la seconda è che sia nascosto sotto i numerosi strati di vernice sovrapposti negli anni. Quindi, con un’attenta opera di restauro, si può recuperare.

Dov’è l’antica icona bizantina fatta ritrovare, nel pozzo, dalla Madonna alla  contadinella agropolese?

Nello stesso articolo Michele Rinella ci proponeva un importante, unico ed eccezionale documento del 1951, una foto scattata dal noto fotografo agropolese Ribas. La foto immortala l’antica icona di terracotta della “Madonnina del Pozzo” protetta da una nicchia.

 

Sempre nel 1951, nei mesi successivi all’uscita dell’articolo, in occasione dell’ampliamento della nuova navata della Chiesa, il vecchio olmo fu tagliato ed il pozzo venne completamente ricoperto di terra. Da allora non si hanno più notizie dell’antica icona.  E’ stata distrutta? E’ conservata da qualcuno che non ne conosce l’importanza storico-religiosa?

Voglio sperare che l’antica icona bizantina, fatta ritrovare nel XVI secolo dalla Madonna alla contadinella, sia conservata da qualche agropolese, ignaro del suo valore storico-religioso e che quindi, possa essere recuperata. In questo caso si estende l’invito, all’inconsapevole possessore, a restituire l’antica icona della Madonna del Pozzo, per ridare alla tradizione teologica mariana di Agropoli, il prestigioso simbolo di fede dei suoi abitanti.

Ernesto Apicella

Altre notizie le troverete sui libri:

“La Parrocchia di Santa Maria delle Grazie” di Vincenzo Urti, Edizione Palladio;

“La Madonna delle Grazie di Agropoli” di Antonio Infante, Edizione Sirio.

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