In viaggio lungo la costa meridionale del Cilento: Camerota

Alla scoperta della perla del Cilento

Di Antonella Capozzoli

 

Il Comune di Camerota, situato nella parte meridionale del Cilento, sorge tra una splendida collina e il mare. La storia di Camerota è legata a una leggenda suggestiva: Palinuro, il nocchiero di Enea, costeggiando le coste dell’attuale Cilento, s’invaghì di una bellissima fanciulla di nome Kamaratòn. Lei non ricambiò l’amore di Palinuro, che, disperato, la inseguì nel fondo del mare, perdendo così la vita. Venere, dea dell’amore, sdegnata per la crudeltà di Kamaratòn, la trasformò in roccia, proprio l’attuale sperone su cui sorge l’abitato di Camerota capoluogo, condannandola a guardare in eterno il suo amante respinto.

La storia più verosimile racconta, invece, che Camerota sia stata fondata nel VI sec. a.C. dai Focei, la stessa popolazione greca che fondò la città di Elea – Velia. Il suo nome probabilmente deriva dal greco Kamaratòn, cioè costruzione ad arco: nella zona, infatti, sono presenti numerose grotte naturali a volta e, secondo alcuni studiosi, la tecnica di costruzione caratteristica e prediletta di Camerota capoluogo è proprio l’arco a tutto sesto.

Camerota si articola in un centro storico costituito da strette vie, in origine protetto da una cinta muraria medievale a cui si accedeva da tre porte, delle quali solo porta di Suso è oggi conservata.

La parte più alta del borgo è dominata dal maestoso castello medievale. Tra splendide arcate e antiche abitazioni, ancora servite da pozzi d’acqua sorgiva, cisterne, forni, si può  godere di una straordinaria vista delle vallate circostanti, a perdita d’occhio fino al mare di Marina di Camerota.

Oltre ai ruderi del castello medievale e al suggestivo centro storico, meritevoli di visite approfondite  sono il Convento dei Cappuccini –  un complesso monastico alquanto articolato, costituito da trenta vani fra celle per i frati e ambienti come il refettorio e la sala, e sviluppato su due piani con quattro corridoi –  la Grotta di San Biagio, fuori del centro abitato, e le numerose chiese di cui è disseminato il territorio comunale ( San Daniele, San Nicola, Santa Maria delle Grazie, la Cappella di San Gennaro).

Sopravvive nel tempo l’antica arte della lavorazione artigianale della creta. Anche se la tecnologia ha velocizzato i processi produttivi, i cunzàri (vasai) di Camerota custodiscono gelosamente i metodi di lavoro originari, che affondano le radici nell’antica Grecia, trasmessi da padre in figlio. Situate per lo più in contrada San Vito, le botteghe offrono a turisti e curiosi la possibilità di scoprire le tecniche di lavorazione e di acquistare oggetti unici. Alcuni cunzàri utilizzano ancora oggi il tornio a pedale, costituito da due ruote in legno unite da un asse verticale, realizzando le forme vascolari del passato: i mummuli (vasi a due anse usati per trasportare nei campi acqua e vino) e le quartucce (grandi contenitori trasportati di solito sulla testa), realizzando, inoltre, i coppi, che fino al XX secolo costituiva l’attività trainante dell’economia di Camerota. C’ è ancora chi, oggi, continua a lavorare l’argilla con la tecnica a lucignolo o colombina, secondo dei metodi usati dall’ uomo nel Neolitico.

La località più conosciuta del Comune è, certamente, Marina di Camerota. Nel luglio 1848, Ferdinando II Borbone firma il decreto che stabilisce: “L’aggregato di case lungo il litorale di Camerota prende il nome di Marina di Camerota”.

La Bandiera Blu e le 5 vele di Legambiente e Touring Club sono emblema della bellezza e della qualità turistica perseguita da anni e che premia la località con un numero di visitatori altissimo. Appare in tutta la sua imponenza il porto marittimo, l’opera più grandiosa e prestigiosa realizzata in epoca recente. Vi sbarcano ogni anno oltre 400 imbarcazioni di visitatori che trovano la risposta a ogni esigenza grazie al lungomare e al porto turistico attrezzato.

Anche Marina di Camerota, come Palinuro, ha un’incredibile varietà di grotte. Le più note sono quattro: Grotta Cala, Grotta Sepolcrale, Grotta della Serratura e Grotta del Noglio.

Superata Marina di Camerota, la scogliera si protende verso il mare, formando Punta degli Infreschi. Immune dagli insediamenti umani, è uno dei siti di maggiore suggestione dell’intero Cilento costiero. Un angolo di paradiso al centro del quale si apre un approdo naturale protetto da banchi di roccia. E’ la seconda oasi marina protetta del Cilento, di recentissima istituzione: nelle acque di questa splendida baia non è raro imbattersi in banchi di delfini, attirati dalla straordinaria abbondanza di pesce azzurro e cefalopodi.

Piccola frazione del Comune di Camerota è Licusati, dove i monaci benedettini insegnarono alla popolazione l’arte di coltivare la terra. Il villaggio sorse a poche decine di metri dall’Abbazia di San Pietro, i cui resti sono ancora visibili. Risale al XV secolo il monumento più rappresentativo di questa minuscola frazione di Camerota: il Castello Montelmo. Meritano una visita anche la Chiesa parrocchiale, i numerosi vecchi frantoi ancora perfettamente conservati, e la Mostra permanente della Civiltà Contadina.

Altra bellezza del territorio è Lentiscosa. La storia di Lentiscosa è stata influenzata dai monaci basiliani che introdussero una religiosità di stampo orientale della quale si conservano importanti testimonianze. Il centro antico del paese si allarga attorno ad un autentico gioiello dell’architettura basiliana: la Cappella di S. Maria dei Martiri. L’interno, certamente posteriore all’impianto murario, è completamente affrescato secondo iconografia tipica della teologia cristiana d’Oriente: il Cristo Pantocratico, la Santissima Trinità, gli Evangelisti, i Padri della Chiesa, la Madre del Signore, Regina dei martiri, motivo molto ricorrente nell’affresco e il ciclo di alcuni martiri.

Fede, arte, divertimento e cultura: benvenuti a Camerota!

 

 

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