Intervista al calciatore Daniele Di Santi
Il Cilento Calcio, formazione del comprensorio di Perito, ha disputato, in questo 2016/17, il campionato di Terza Categoria.
La compagine, inserita nel girone E salernitano, ha concluso al terzo posto la stagione regolare, mancando la promozione nella finalissima dei play-off.
Abbiamo analizzato il campionato del Cilento Calcio con uno dei suoi calciatori, Daniele Di Santi.
Avete disputato un’ottima stagione nel complesso. Quali erano le aspettative della società a inizio stagione? Pensavate di lottare per i primi posti?
L’obbiettivo principale l’abbiamo centrato, creando un gruppo coeso e unito, gettando le basi per un futuro vincente.
Eravamo consapevoli del nostro potenziale e quindi certi di lottare al vertice.
Non siete partiti. a dire il vero, benissimo. Nelle prime cinque giornate avete raccolto sei punti, Cosa pensavate in quel periodo?
L’inizio sotto tono è dovuto, a mio avviso, a 2 fattori principali.
Il primo era trovare la giusta quadratura: inserendo negli schemi di mr. Baglivi ragazzi che erano alla loro prima avventura con il Cilento Calcio.
Il secondo era legato alle tante assenze, dovute alla mancata completezza della rosa, la quale ha visto importanti innesti a Dicembre.
Da quel momento avete sbagliato pochissimo, in diciassette partite solo una sconfitta, cosa è successo?
La chiave di volta è stata data dagli innesti di ottimi giocatori.
Loro sono riusciti ad entrare subito nei meccanismi di gioco, facendo sì che la squadra riuscisse ad esprimere tutta la sua forza.
Avete avuto il migliora attacco del torneo con 77 reti siglate in 22 partite. Questo è dovuto ad un atteggiamento richiesto dal mister?
Abbiamo avuto il miglior attacco anche per le richieste del mister: restare compatti, muoverci in distanze strette ad esempio.
Questo ci permetteva di attaccare con molti uomini. Poi davanti abbiamo giocatori che, tranquillamente, potrebbero far bene in categorie nettamente superiori.
Quanto è stimolante, per dei ragazzi che in primis vogliono divertirsi, giocare su un impianto in sintetico come il vostro?
Il Pasquale Baglivi, leggermente più piccolo rispetto ai campi canonici, richiede maggiormente la ricerca di fraseggi stretti e di un calcio fatto con pochi tocchi del pallone?
L’aver giocato su un campo così bello ci ha stimolati e permesso di esprimere al meglio il nostro calcio, fatto di tattica e pochi tocchi.
Come sicuramente avrete notato, abbiamo concluso questo campionato imbattuti in casa.
Sono sicuro che se tutti gli impianti fossero stati all’altezza del nostro, avremmo raggiunto la promozione.
Quale è stato il momento più bello della stagione? E quello più brutto?
Questo campionato è stato costellato da momenti belli, vissuti con quotidianità.
I momenti belli che preferisco ricordare sono stati i terzi tempi di ogni partita: quando ci radunavamo davanti a una birra, dimostrando di essere un grande gruppo, non tenendo conto del risultato conquistato sul campo.
Questa per me è la parte bella del calcio.
I momenti più brutti, a mio avviso, sono stati il verificarsi di alcune incomprensioni nello spogliatoio, fortunatamente superate.
Inutile negarlo, il momento più brutto in assoluto è stato il triplice fischio della finale play-off giocata, e purtroppo persa, contro la compagine di Stio.
Si vocifera, nonostante la sconfitta nella finale dei play-off, che nella prossima stagione disputerete il campionato di Seconda. Il vostro gruppo sarebbe già pronto a tuo parere?
Per le qualità dei singoli, per la coesione e l’attitudine al sacrificio, saremo pronti a disputare un campionato di Seconda categoria e a dire la nostra.