Il borgo di Pisciotta, a 171 metri dal livello del mare, è incastonato sulla cima di una bassa collina arricchita da piante secolari di ulivo affacciata sul mar Tirreno.
Le prime ipotesi sulle origini e sulla storia di Pisciotta sono collegate alla distruzione di Troia (650 A.C.) e alla fuga dei suoi abitanti verso il lido ionico; è nel 915, però, che la città vede la luce. Gli abitanti di Bussento, dopo che i Saraceni di Agropoli assalirono, saccheggiarono e diedero alle fiamme il loro villaggio,cercarono rifugio sui monti e sulle alture vicine. Molti si trasferirono al di là dei promontorio di Palinuro, dove formarono un piccolo villaggio, oggi conosciuto proprio col nome di Pisciotta. La prima notizia certa di un riferimento al toponimo “Pisciotta” si trova in un Diploma di Re Ruggiero, anno 1131, il quale nel definire i confini del Feudo del Monte Centaurino, riferendosi ad una località che serve a definire i confini scrive “…de pissottanis…” . Il dato curioso che il Diploma scritto in greco, tale era la lingua dotta dell’epoca, riporta il “de pissottanis” in latino.
Il piccolo borgo ricorda un presepe in cui il tempo si è cristallizzato; è conservata inalterata la struttura urbanistica, tipicamente medioevale, con il castello posto sulla sommità e, attorno ad esso, le case, addossate le une alle altre, a formare un tutt’uno per la difesa dai pirati oppure da eserciti e bande ostili.
Il Castello Marchesale, la più suggestiva fra le costruzioni civili, a subito nei secoli diversi lavori; gli ultimi apportare modifiche furono i Doria d’Angri che ne rifecero la facciata sud avendo ad esempio quella che ancora oggi è la facciata di Palazzo Doria d’Angri a Napoli in piazzetta VII settembre, dal cui balcone, appunto, il 7 settembre 1860 si affacciò Garibaldi per salutare il popolo napoletano.
Splendide sono due imponenti costruzioni: Palazzo Madina, caratterizzato da archi su cui si erige un meraviglioso scalone, e Palazzo Francia, affacciato su una piazzetta molto dedicata al un medico benefattore Michelangelo Pagano. Di notevole interesse sono le Chiese: suggestiva è la Cattedrale dedicata ai Santi Pietro e Paolo che fronteggia il mare e mostra il quadro di San Francesco scampato miracolosamente all’incendio appiccato dai Turchi nel 1640.
Notevole è la Cappella di San Michele, che nasce come Chiesetta votiva fatta costruire da un Pinto tratto in schiavitù dai saraceni e poi liberato dal Bej di Tunisil; al suo interno è ubicata una preziosa statua dell’Arcangelo raffigurato nell’atto di sconfiggere il Maligno.
Nella parte sud del paese vi è qualche rudere di un convento di Francescani che i frati abbandonarono per contrasto con alcune famiglie locali: questo è un argomento ancora spinoso, dopo circa due secoli, ma la presenza del Convento indica che le prime costruzioni di quella che poi doveva diventare Pisciotta sorsero poco lontano dalla costruzione, nella parte che era più facilmente difendibile. Fortemente legata alle tradizioni del luogo è la Cappella della Mercede del XVII secolo, cappella detta “dei pescatori” perchè questi vi si recavano a pregare la Vergine al ritorno dal mare.
Gli ulivi pisciottani costituiscono, senza alcun dubbio, l’emblema del territorio: sono antichi, alcuni millenari, e sono caratteristici del luogo, tanto che alcuni studiosi di botanica li hanno definiti “cultivar pisciottana”, ovvero una specie locale. L’ ” oro giallo” di Pisciotta è un olio d’oliva extravergine che ha il riconoscimento della denominazione di origine protetta (DOP), basata sulla coltura della varietà d’oliva autoctona, che garantisce una qualità e un sapore incomparabili.
Lasciandosi alle spalle l’entroterra, procedendo lungo una strada lastricata chiamata La Chiusa, si raggiunge la Marina di Pisciotta. Le particolari sfumature del mare,i colori vivaci delle imbarcazioni che sostano al porto e le caratteristiche spiagge formate da ciottoli bianchi concorrono a rendere questa zona fra le più visitate dai turisti.
Al Comune di Pisciotta sono state assegnate, per ” Il mare più bello”, le 5 vele di Legambiente e Touring Club; la FEE, inoltre, ha premiato le località balneari con la Bandiera Blu, indice della bellezza dei luoghi e della qualità del turismo.