In viaggio nel Cilento: tappa a Pollica

Sesta tappa: Pollica

Di Antonella Capozzoli

La piccola “polis”, Pollica, si presenta come una costellazione di tanti borghi immersi nel Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni: alcuni sono rivolti al Monte Stella, altri al mare, ma tutti sono ricchi di fascino e storia.

Il Comune dal 1987 è premiato con la Bandiera Blu d’Europa, le Cinque Vele del Touring Club ed è  ascritto al prestigioso retaggio nazionale e internazionale di Cittaslow.  Nel 2006 si è classificato al primo posto come miglior Comune turistico d’Italia e ha vinto, nello stesso anno, il primo premio di Città per il Verde, per gli interventi di riqualificazione di aree degradate e di aree costiere, oltre che per le numerose campagne di educazione ambientale realizzate attraverso progetti e manifestazioni.

Le spiagge di Pollica, da Acciaroli a Pioppi, oltre al grande interesse naturalistico e alla suggestione dei centri abitati, immersi nel verde della collina, vengono premiate per la qualità dei servizi, come la percentuale di raccolta differenziata, la presenza di servizi per i portatori di handicap e i programmi di educazione ambientale. 

 

Pioppi è stata menzionata nel libro “Passando per il Cilento” di John Arthur Strutt e in “Viaggio nel Mezzogiorno” di Giuseppe Ungaretti; a partire degli anni 70, è stata sede di congressi e simposi internazionali su temi quali il rapporto tra dieta e salute  o l’importanza della corretta alimentazione per la prevenzione di varie patologie umane.

 

La storia del Comune di Pollica è antichissima: si risale alla presenza di primo un insediamento intorno al XII secolo; in seguito, diventa feudo dei principi Capano, quindi dal 1795 dei De Liguori, fino all’avvento della dominazione borbonica. Il Castello dei Principi Capano nel 1290 è stato ereditato da Guido d’Alment, giunto in Italia al seguito di Carlo I d’Angiò, e ancora oggi svetta sui tetti e sui comignoli del piccolo centro di Pollica, conferendogli un tratto inconfondibile. L’ architettura odierna è frutto del restauro commissionato nel 1610 da Vincenzo Capano.  Il primo piano si snoda tra ampi saloni che culminano in un suggestivo loggiato, riparato da archi a tutto sesto aperti sul golfo di Salerno. Caratteristica è  la possente torre a pianta quadrata che domina il panorama, si erge su tre piani, ciascuno con una monofora e la caratteristica colombaia finale.

Nel 1997 il Castello è stato acquistato dal Comune che lo ha restaurato e vi ha ubicato il  Centro Studi della Dieta Mediterranea, dedicato ad Angelo Vassallo, al cui  lavoro si deve, nel 2011, il riconoscimento dell’UNESCO di Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità della Dieta Mediterranea e della comunità cilentana quale emblematica di queste bene.

Di notevole pregio è anche il Convento Francescano di S. Maria delle Grazie. Oggi, il presidente reggente, ultimo frate rimasto, è impegnato in un’operazione di ripopolamento del convento, perché ritorni a ricoprire quella testimonianza religiosa e sociale di inestimabile valore che ha sempre avuto il vanto di essere. La celebrazione più importante che riguarda l’intero Convento francescano è certamente la festa in onore della Madonna delle Grazie che si tiene, ogni anno, il 2 luglio.

 

Tra le colline s’incastonano piccoli gioielli di architettura medievale, Celso, Galdo e Cannicchio: sono borghi suggestivi che mostrano una struttura antica, quasi arcana, in grandissima parte autentica e che rappresenta il valore aggiunto che attira turisti e visitatori.

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