Situazione sempre più critica
La Consac, la società che gestisce la rete idrica sul comprensorio cilentano, ha una riduzione di portata che sfiora il 50%. Frutto della siccità che ha portato alla riduzione della fonte del Faraone. Una situazione critica considerato che dal gruppo di sorgenti di cui dispone il consorzio si captano normalmente 720 litri al secondo mentre oggi si può contare solo su 374 litri. Situazione davvero critica che sta già portando i primi disagi ed ha imposto la società e razionalizzare la risorsa idrica e i comuni a sensibilizzare la popolazione ad evitare sprechi.
I problemi maggiori si registrano nell’area del Monte Stella, da Vallo della Lucania alla fascia costiera, ma anche la Valle dell’Alento, l’area del Mingardo e del Golfo di Policastro (a Sapri e dintorni si è passati da 150 a 80 litri al secondo); le sorgenti dell’Elice hanno quasi dimezzato la loro portata, quella del Faraone è passata da 215 litri ad appena 60 litri al secondo. Nel Vallo di Diano, invece, si è passati da 105 litri al secondo a 76.
Non va meglio ai Comuni serviti dall’Asis. Anche qui le sorgenti hanno fatto segnalare notevoli diminuzioni: quella del Basso Sele, la Senerchiella di Quaglietta, ha una riduzione del 15%, oggi con 1350-1400 litri al secondo rispetto ai 1630 previsti; poi le fonti dell’Alto Sele, che hanno una riduzione maggiore, attestata intorno al 25% , con 300 litri invece dei 400.
Una situazione difficile, quindi, che tende ad aggravarsi soprattutto nell’area del Cilento, dove i numeri importanti di affluenza turistica che si attendono da qui a qualche giorno fanno stare in allerta i tecnici. Nei giorni scorsi è stato fatto appello alla Regione affinchè deroghi a minimo deflusso vitale, cioè consenta di prelevare più acqua dalle sorgenti invece di rilasciarla ai fiumi. La sola sorgente del Faraone, infatti, rilascia al fiume Mingardo non meno di 270 litri di acqua. Preziosissima acqua che si richiede per gli usi potabili, almeno una parte di essa, attraverso l’uso di alcuni pozzi.