Allarme siccità: negli Alburni si chiede la “grazia” alla Madonna di Costantinopoli

Ieri processione per invocare la pioggia

Di Katiuscia Stio

Ieri processione per invocare la pioggia

ROSCIGNO. Contro la siccità non resta che pregare. La comunità roscignola invoca la Madonna di Costantinopoli- nella locale storia sacra conosciuta come “Maronna acquarola”- per ottenere la grazia della pioggia. Da mesi ormai non piove e la mancanza di acqua sta arrecando non pochi problemi ai terreni, alle forniture sulla rete idrica comunale. Bacini idrici sempre più vuoti. In serie difficoltà le aziende agricole e zootecniche. Da settimane, ormai, molti comuni ed Enti preposti hanno emanato l’allarme siccità.

Ieri sera a Roscigno, su invito del parroco, don Nicola Coiro, la comunità si è riunita per una veglia in Chiesa, una fiaccolata, ed al rientro, la recita delle Litanie dei Santi con le invocazioni e le suppliche al Signore. I fedeli hanno portato in processione la Madonna di Costantinopoli, festeggiata l’ottava di Pasqua, che nei secoli di storia sacra roscignola ha rappresentato, e rappresenta, il simbolo della pioggia. È chiamata “Maronna acquarola”, dell’acqua appunto, perché sin dai tempi remoti, invocata per la pioggia non ha mai negato il proprio intervento. Ad ogni ricorrenza, la domenica dopo Pasqua, un segnale dal cielo- del suo nome legato alla pioggia- è sempre arrivato, un piccolo temporale ha sempre annunciato l’uscita dalla chiesa della statua per la processione e, a volte, non è stato possibile farla per la continua pioggia battente. Si racconta che, negli anni passati caratterizzati da grave siccità, anche gli abitanti di altri paesi chiedessero alla comunità roscignola di portare la Madonna “acquarola” in processione affinché concedesse la “grazia dell’acqua”.

«Pregare per ottenere il dono della pioggia significa in primo luogo mettersi in atteggiamento di umiltà davanti al Signore- spiega don Nicola- abbiamo bisogno di cambiare anche i nostri stili di vita egoistici». Pregare per la pioggia significa anche imparare a rendere grazie per il grande dono dell’acqua, chiedendo perdono per gli sprechi di cui spesso si è colpevoli e per i guasti ambientali dall‘uomo stesso perpetrato. Un tempo, quando si viveva solo ed esclusivamente di agricoltura, quando la siccità equivaleva a fame e carestia, il sentore e il sentire della fede avevano radici profonde. Le donne si battevano il petto nell’invocare l’aiuto della Mamma Celeste. Camminavano scalze, in segno di umiltà, per tutto il tragitto della processione che consisteva di tre giri intorno alla Chiesa del borgo antico di Roscigno Vecchia. Il clima è cambiato. L’uomo con i propri bisogni ha scombussolato l’ecosistema. Ma forse l’uomo non “sente”nemmeno più. C’è un bisogno di riappropriarsi dell’ardore della fede, rispetto per la Natura. O forse è già tardi.

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