La vicenda di Campora ricorda quella del tredicenne Giuseppe Tuccio
Campora, il piccolo centro dell’entroterra cilentano, è un chiuso in un silenzio sconvolto. Una ragazzina di soli 16 anni, originaria di Agropoli, perde il controllo della sua bici, cade, batte la testa. La corsa, disperata, al San Luca di Vallo della Lucania e il delicato intervento chirurgico alla testa non l’hanno salvata. Dopo due giorni di ricovero nel reparto di rianimazione, la speranza lascia il passo alla realtà: le ferite riportate nelle caduta sono troppo gravi, per lei non c’è nulla da fare. Un dolore immenso per i genitori.
“Un dolore immenso – lo sfogo di un familiare – non riusciamo a crederci. Non possiamo accettarlo. Era una ragazzina piena solare, piena di vita. Non si può morire per un giro in bicicletta”.
Giovedì pomeriggio la ragazzina è insieme ad altre quattro amiche: raggiungono la sede comunale per prendere le bici da passeggio messe a disposizione dal comune per le escursioni e si inoltrano per località Piedifrasci. Stanno percorrendo una stradina che porta al comune di Laurino a circa tre chilometri di distanza da Campora, fino a raggiungere una curva: le amiche la imboccano senza problemi, la quindicenne invece perde il controllo della bici e cade rovinosamente a terra, forse per la presenza di briccio sull’asfalto. Una brutta caduta che le costa la vita.
Questa triste vicenda porta alla memoria quella di un altro giovane, Giuseppe Tuccio, morto il primo ottobre del 2007 ad Agropoli per una caduta dalla sella della sua bici. Lo studente delle scuole medie era con la sua due ruote quando, secondo le indagini degli inquirenti, incappò in un dosso artificiale e batté violentemente la testa contro l’asfalto. Il dosso fu fatto installare dal Comune in località Difese. Proprio l’ente venne condannato in primo grado per responsabilità civile a risarcire la famiglia del giovane per 34mila euro; inoltre il comandante della polizia locale, Carmine Di Biasi, venne condannato a nove mesi per omicidio colposo. Decisione, questa, ribaltata in Appello. Ora, però, il ricorso in Cassazione ha portato all’ annullamento della sentenza. Gli atti tornano alla Corte d’Appello che dovrà riquantificare il danno da risarcire. Al giovane è dedicato il campo di calcetto della scuola media “Rossi Vairo”.