La sfida tra padre e figlio per allontanare il commissariamento
A Rutino si è votato lo scorso anno ma domani 11 giugno i cittadini saranno nuovamente chiamati alle urne per rinnovare il consiglio comunale. Delle cause e delle vicissitudini che hanno portato a questa situazione si è parlato e scritto molto, tant’è che è nato il “Caso Rutino”, arrivato anche in Parlamento. Il sindaco uscito vittorioso dalle elezioni del 2016, Gerardo Immerso, dopo due mesi dal voto è decaduto perché incandidabile per effetto della Legge Severino.
Le battaglie in tribunale non hanno sortito l’effetto desiderato dal decaduto primo cittadino e quindi domani si voterà regolarmente. E qui l’ennesima anomalia di tutta la faccenda legata al centro cilentano: a contendersi l’ascesa a Palazzo di Città saranno due liste civiche capeggiate da padre e figlio, rispettivamente Giuseppe e Davide Rotolo. “Guardiamo Avanti” e “Insieme in Comune” saranno rivali soltanto sulla scheda che sarà presentata agli elettori ma, come da loro stessa ammissione in un pubblico comizio, il motivo che ha portato alla discesa in campo del giovane Davide Rotolo è stato quello di evitare il commissariamento. In caso di presentazione di una sola lista, infatti, affinché le elezioni siano valide si deve raggiungere il quorum del 50%+1 degli aventi diritto, obiettivo difficile da centrare. I componenti delle due liste, tra l’altro, sono accomunati da vari rapporti di parentela, anche stretti, che rendono più chiaro e limpido tale scopo.
La compagine guidata fino allo scorso anno da Gerardo Immerso e prima ancora da Michele Voria, di cui il primo era vice, ha scelto di non candidarsi, lasciando di fatto una parte della popolazione rutinese senza rappresentanza politica. Una situazione, questa, che ha fatto storcere non poco il naso a numerosi elettori rutinesi.