Dipendenza dallo Stato dei comuni: ecco ci riceve più finanziamenti in Cilento e Vallo di Diano

In vetta Buccino, fanalino di coda Agropoli

Di Fiorenza Di Palma

In vetta Buccino, fanalino di coda Agropoli

Le entrate dei bilanci comunali possono derivare, oltre che da risorse proprie, anche da trasferimenti di altri enti pubblici, e in particolare dallo stato. Vediamo quali comuni, tra quelli superiori ai 200mila abitanti, sono più dipendenti dai fondi derivanti dallo stato centrale.

Una parte delle entrate dei bilanci comunali è costituita dai trasferimenti e dai contributi che derivano dallo stato, dalle regioni o da altri enti pubblici. Un primo indicatore per analizzare il fenomeno della capacità di un comune di sostenersi con risorse proprie e non con trasferimenti è quello dell’autonomia finanziaria visto in un precedente post.

Questo indicatore permette capire fino a che punto il comune può fare conto su forze proprie per determinare il futuro della comunità. Ma se vogliamo sapere in che misura un comune sia dipendente dallo stato – ovvero il peso dei trasferimenti statali sul suo bilancio – può tornare utile un altro indicatore di openbilanci, quello della dipendenza dallo stato.

In questo caso le entrate correnti da contributi e trasferimenti statali correnti sono calcolate in percentuale sul totale delle entrate correnti. Maggiore è la percentuale e più alta è la dipendenza.

Nel 2014, ultimo anno di rilevazione, tra le città superiori ai 200mila abitanti, Palermo e Roma sono quelle più dipendenti dallo stato e staccano di diverse lunghezze le altre città italiane. Il 16,02% delle entrate del capoluogo siciliano è rappresentato da contributi e versamenti da parte dello Stato, mentre per la capitale questa quota rappresenta il 14,19%.

Va comunque segnalato che in entrambe le città si nota una netta riduzione della dipendenza dallo stato rispetto al 2013. L’anno precedente infatti si attestavano sul 36% (Palermo) e sul 20,73% (Roma).

Gran parte delle città maggiori si trova nel range 5-8%. In questa fascia troviamo, nell’ordine, Catania (7,81%), Napoli (7,55%), Torino (7,24%), Genova (6,77%), Milano (6,45%), Bari (6,21%) e Bologna (5,78%).

Sotto il 5% tutte gli altri comuni più grandi; la città che ha ricevuto meno trasferimenti statali rispetto alla dimensione del suo bilancio è stata Trieste (2,44%).

Nel comprensorio del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, solo Buccino, con una dipendenza del 33,92% si posiziona nella top ten, al quinto posto. Per trovare un altro comune del comprensorio bisogna arrivare ad Altavilla Silentina (18° con il 18%), Polla (21° con il 17%).

Più indietro Ogliastro Cilento (28°), Sapri (30°), Buonabitacolo (34°), Perito (42°), Omignano (49°), Pertosa (52°), Caselle in Pittari (53°), Ispani (61°), Celle di Bulgheria (62°), Cuccaro Vetere (75°), Ceraso (79°), Rofrano (88°), Lustra (91°), San Mauro La Bruca (94°).

I comuni più grandi sono molto indietro nella graduatoria: Agropoli con una dipendenza dell 0.34 è al 494° posto in Campania; poco più su Castellabate (462°). Si posizionano tra i primi 250 Sala Consilina (192°), Centola (220°), Capaccio Paestum (237°), Camerota (282°)

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