Nel comune collinare in arrivo 36 profughi
CICERALE. «Per una volta i cittadini hanno vinto». Questa la frase ricorrente ieri pomeriggio quando circa un centinaio di manifestanti ha sciolto il presidio anti-immigrati organizzato nella zona industriale di Cicerale. L’hub allestito per l’accoglienza di circa trecento migranti all’interno di un capannone industriale non si farà. Lo avevano osteggiato per oltre 24 ore i residenti di Cicerale, insieme a quelli di Giungano, Ogliastro Cilento ed Agropoli, comuni limitrofi all’area. E’ stata però un’ordinanza di sgombro firmata nel tardo pomeriggio di venerdì dal sindaco Francesco Carpinelli la mossa vincente. Il primo cittadino, infatti, nell’atto inviato anche alla Prefettura di Salerno ha evidenziato l’assenza dei requisiti igienici per poter ospitare all’interno della struttura delle persone, evidenziando anche il malcontento dei cittadini che rischiava di sfociare in disordini. Una lettera simile era stata inviata al Prefetto anche da parte del sindaco di Ogliastro Cilento Michele Apolito e manifestata agli uffici della prefettura da quello di Giungano Giuseppe Orlotti.
Per ore si sono vissuti momenti d’ansia, i cittadini non hanno mai voluto abbandonare il sit-in bloccando ogni mezzo che giungeva in zona con a bordo materiale per l’allestimento del centro di smistamento. Solo nel primo pomeriggio di ieri sono arrivati i primi camion per trasportare le attrezzature a quel punto la protesta è finita ed i cittadini hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Il passaggio di tir e furgoni con a bordo bagni chimici e circa una cinquantine di materassi è stato accolto tra gli applausi dei manifestanti che avute rassicurazioni sulla mancata attivazione del centro hanno così sciolto il presidio. «Ringraziamo chi ci è stato vicino, chi ha presidiato con noi notte e giorno la zona», dicono dal Comitato cilentano Prima gli Italiani. «Questa zona non era adatta ad ospitare i profughi – aggiungono – mancavano tutte le condizioni iginiche e di sicurezza, inoltre è ingiustificato predisporre una struttura per l’accoglienza di circa trecento migranti in territorio che conta poco più di mille cittadini». La protesta dei cittadini cilentani era cominciata giovedì sera in seguito all’arrivo di camion con a bordo bagni chimici nei pressi di un capannone industriale dismesso. Di lì a poco la conferma che in zona sarebbe sorto un hub, ovvero un centro di smistamento che avrebbe potuto accogliere fino a trecento profughi per un massimo di tre giorni, in attesa di essere trasferiti altrove. Una decisione contestata dalla cittadinanza preoccupata dei possibili disagi che avrebbero potuto creare gli immigrati.
Se Cicerale sorride, però, c’è un altro comune su cui si sposta ora l’attenzione per l’emergenza migranti. E’ quello di Perdifumo che nei prossimi giorni potrebbe veder arrivare in zona di circa 40 migranti. Il comune cilentano fino a pochi giorni fa non aveva aderito allo Sprar, che prevede una clausola di salvaguardia di 3,3 migranti ogni mille abitanti: lo ha fatto solo di recente nel corso di un consiglio comunale straordinario convocato proprio a seguito della diffusione della notizia dell’apertura di un centro di accoglienza. A gestirlo sarà la stessa società che avrebbe voluto portare i profughi a Cicerale e che già ha pure altri centri in Provincia di Salerno. 36 quelli che dovrebbero arrivare a Perdifumo, un numero spropositato secondo l’amministrazione comunale, considerato che non vi sarebbe alcun presupposto per favorire l’integrazione dei richiedenti asilo. Il primo cittadino Vincenzo Paolillo, infatti, ha evidenziato come a Perdifumo Capoluogo vi siano soltanto 200 abitanti, gran parte anziani, non vi siano possibilità di lavoro, né trasporti pubblici. L’arrivo dei profughi, quindi, secondo le autorità, minerebbe la quiete del comune.