Pubblicata ieri mattina la sentenza del Tribunale Amministrativo
RUTINO. Finalmente è arrivata a conclusione la lunga vicenda legata al comune dì Rutino. Il prossimo 11 giugno si andrà regolarmente alle urne come il resto dei comuni italiani. Nella tarda mattinata di ieri, la sezione distaccata di Salerno del Tar ha rigettato il ricorso presentato dal decaduto sindaco Gerardo Immerso dichiarando di non essere competente e indicando il giudice ordinario come l’autorità giurisdizionale che potrà, se chiamata in causa, esprimersi in merito.
La richiesta di Immerso era l’annullamento di tre atti amministrativi: il decreto del Prefetto di indizione dei comizi elettorali, lo scioglimento del consiglio comunale da parte del Presidente della Repubblica e infine la revoca della convalida delle elezioni 2016 da parte dello stesso consiglio. Tutte richieste respinte di cui ora dovrà occuparsi un altro tribunale. Il “caso Rutino” è scoppiato la scorsa estate quando, a pochi giorni dalle elezioni del 5 giugno, il neoletto sindaco Immerso è decaduto per effetto della legge Severino perché su di lui pendeva una condanna definitiva per ricettazione. Secondo il tribunale d’Appello di Napoli, però, non ci sono prove dell’avvenuta notifica della condanna in appello, passata poi in giudicato. Per questo motivo sono stati riaperti i termini per un’eventuale ricorso in cassazione.
Alla luce di ciò, c’è stato il ricorso al Tar che ieri si è detto non competente sulla questione. «Di sicuro ora mi rivolgerò al giudice ordinario – dice a caldo l’ormai ex sindaco – non mi fermerò finché non verrà fatta giustizia. Adesso la parola va al tribunale di Vallo della Lucania ma come sempre sono fiducioso. La parola fine non è stata ancora scritta».
Di tutt’altra opinione è Giuseppe Rotolo candidato alla carica di sindaco con la lista “Guardiamo avanti” che è già proiettato nel periodo post-elettorale e pensa al futuro del suo paese: «Come ampiamente prevedibile e scontato – dice – il Tar di Salerno ha bocciato il ricorso. Si esce da un anno intero in cui Rutino è rimasto imbrigliato in una vicenda personale, un anno durante il quale gli unici ad aver pensato che si potesse non votare sono stati i rappresentanti della maggioranza uscente. Dopo venti anni – aggiunge – un’intera fazione politica è stata lasciata senza rappresentanza elettorale per incapacità di chi la componeva. Oggi vogliamo tutti insieme guardare al futuro con fiducia e serenità. Il nostro intento è riportare nel paese pace e tranquillità ma soprattutto di impegnarci ad amministrare nel bene e per il bene. Una così alta presenza di giovani nelle liste – conclude – certifica questa volontà di cambiamento e di rinnovamento. Ora non ci resta che guardare avanti».