Freccia Rossa, Italobus e treni storici, la denuncia: Vallo di Diano dimenticato

Comitato sottolinea la necessità di riattivare la Sicignano-Lagonegro

Di Redazione Infocilento

Comitato sottolinea la necessità di riattivare la Sicignano-Lagonegro

Manca poco ai nuovi servizi di mobilità previsti per il Cilento durante la stagione estiva: previsti Freccia Rossa, Italobus e treni storici. Eppure il Vallo di Diano resta tagliato fuori da questi discorsi di sviluppo e crescita del territorio. A denunciarlo il Comitato che da anni si batte per la riapertura della tratta ferroviaria Sicignano – Lagonegro. “La Certosa di Padula, uno dei monumenti più belli del mondo, considerata da storici ed esperti un unicum nel suo genere, rimane inaccessibile – evidenziano – Un’area interna come quella valdianese non può vivere senza il treno e non può programmare un serio progetto di valorizzazione dei beni culturali ed ambientali presenti. Oggi arrivare alla Certosa di Padula senza macchina o senza un viaggio organizzato è pressoché impossibile, eppure esiste una stazione ferroviaria sospesa al traffico dal 1987 a non più di 2 km”.

L’appello che il Comitato per la riattivazione desidera rivolgere pubblicamente a Corrado Matera, Tommaso Pellegrino, Vincenzo De Luca, Marcello Pittella è che nel documento finale della “Strategia per le aree interne”, che si produrrà con la Comunità Montana del Vallo di Diano, venga inserito il ripristino della ferrovia come punto prioritario per lo sviluppo dell’area interna stessa. Un appello dal gruppo va anche all’onorevole Tino Iannuzzi, affinché lavori per la creazione dei presupposti di un progetto di valorizzazione della Certosa a partire dalla ferrovia stessa con il Ministero dei Beni Culturali e il MIT.

“Ripristinare la Sicignano-Lagonegro fino a Polla e poi fino a Padula – spiegano – significa poter seguire l’esempio del Pietrarsa Express o del treno per Paestum o ancora del Reggia Express, solo per citarne due, e riportare i turisti sul territorio con i treni culturali. Padula non è inferiore, con la sua Certosa, agli altri esempi presi in considerazione dalla Regione Campania, che ha deciso di investire su poli importanti. Quello che si richiede è di essere considerati: il Vallo di Diano fa parte della Campania, è un’area di confine molto vicina alla Basilicata ma nonostante una posizione strategica a cavallo tra due Regioni che molto hanno intenzione di fare e hanno fatto per attrarre flussi turistici e rimettere in moto il commercio resta marginalizzata e tagliata fuori dai circuiti nazionali”.

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